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Uniport commenta la possibile mancata revisione UE dell’ETS

 


10 novembre 2023 – 

"Una dichiarazione sconcertante che, se corrisponde all'effettivo intendimento dell'UE rappresenterebbe un balzo indietro rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e l'incapacità di cogliere il valore strategico del trasporto marittimo e della logistica per lo sviluppo dell'Europa e ancor più dell'Italia, del Mezzogiorno e di una Regione, la Calabria, che sul suo più grande porto (Gioia Tauro) può far leva per la crescita economica ed occupazionale ".

Con queste parole  Pasquale Legora de Feo - Presidente di UNIPORT,  l'associazione che rappresenta la grande maggioranza dei terminal portuali operanti nel segmento di traffico dei contenitori - ha commentato la notizia apparsa sulla stampa secondo cui Bruxelles non intenderebbe rivedere il cosiddetto ETS, nei fatti una tassazione aggiuntiva a carico delle navi che fanno scalo nei porti europei che dovrebbe indurre all’utilizzo di carburanti per le navi alimentate da combustibili non inquinanti.

“Una misura che, spostando il traffico di trasbordo interamente verso porti del nord Africa, deprimerà anche i volumi dei traffici aventi l’Italia e l’Europa come destinazione finale, non apporterà alcun beneficio ambientale nell’area mediterranea, ma avrà come effetto una perdita di traffici e di occupazione. Per Gioia Tauro – ha aggiunto Legora – il solo traffico di trasbordo proveniente da porti extra UE trasbordato in destinazione anch’essa extra UE rappresenta oltre il 40% dei containers gestiti. La misura ETS inciderebbe anche sugli altri segmenti di traffico depotenziando la propensione all’investimento delle imprese, mettendo in dubbio la possibilità di ammortizzare i rilevanti investimenti fin qui fatti e gli equilibri delle stesse imprese, generando impatti sui livelli dell’occupazione. Ad oggi – ha continuato il Presidente di UNIPORT - il terminal container di Gioia è la maggiore realtà occupazionale della Regione Calabria: circa 1800 unità di lavoro dirette e oltre 3500 nell’indotto. L’Italia può permettersi il rischio di gettare sul lastrico la gran parte di tante famiglie che nelle attività portuali hanno l’unica fonte di reddito?”.


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