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La bretella Carcare-Predosa (Savona Vado) torna ad essere strategica per la Regione Liguria


15 novembre 2022 - Sessantaquattro chilometri, il 53% dei quali in galleria, per un valore di investimento che dovrebbe aggirarsi attorno ai tre miliardi e con un’alta possibilità di autofinanziamento. È con queste cifre che la Carcare-Predosa, una bretella autostradale alle spalle del porto di Savona-Vado, potrebbe uscire – sottolinea l’Associazione dei costruttori Ance di Savona - in questi giorni dal mondo dei sogni e dal cassetto dei progetti frettolosamente accantonati, per diventare una chiave di lettura del sistema logistico del nord ovest italiano. È infatti entrata nell’elenco delle opere prioritarie della Regione Liguria.

In grado di collegare la A6 (Torino Savona) con la a 26 (Voltri-Alessandria-Gravellona Toce) è forse l’unica infrastruttura autostradale in grado di imprimere una svolta doppia: da un lato decongestionare l’autostrada dei Fiori, la A 10, fra Genova e Ventimiglia, che denuncia un tasso di incidentalità doppio rispetto alla media del sistema autostradale italiano e che dovrà nei prossimi anni subire l’impatto letale di incrementi del 20% nel traffico e, dall’altro di contribuire all’attrattività di aree produttive a ridosso dell’appennino. 

“Questa bretella, che nella sua ipotesi estesa prevede il prolungamento sino ad Albenga con conseguente raddoppio di fatto dell’autostrada costiera del ponente ligure, racchiude in sé – afferma il presidente di Ance Savona, Massimo Baccino – la potenzialità letteralmente di sturare uno dei principali colli di bottiglia del sistema logistico del nord ovest, schiudendo anche possibilità di reinsediamento industriale in territori che hanno subito in questi anni una progressiva e inesorabile erosione di aziende”.

“Purtroppo il rilancio della Carcare Predosa, per la quale è oggi indispensabile serrare le fila e passare rapidamente dalle dichiarazioni di intenti ai fatti – conclude ANCE Savona – coincide con l’assenza di molte altre opere che erano già state condivise per l’area savonese e che ora non trovano posto nel Piano pluriennale di interventi della Regione Liguria. Confidiamo però che la Regione, che per prima aveva condiviso tali necessità, sappia trovare soluzione a questa mancanza”.


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