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Terzo valico - Alla napoletana Larefin l'impermeabilizzazione delle gallerie


27 novembre - Per una linea ad alta capacità ferroviaria lunga 53 chilometri, 36 dei quali percorsi in galleria, l’impermeabilizzazione delle gallerie stesse è un’opera essenziale e strategica. Un lavoro che dura da anni nei cantieri del Terzo Valico dei Giovi, dove il Consorzio Cociv guidato dal Gruppo Webuild sta realizzando l’alta capacità veloce che collegherà Genova a Milano in circa un’ora. 

L’esecuzione delle impermeabilizzazioni nelle gallerie della tratta piemontese è stata appaltata alla società Larefin, una delle oltre 2.300 imprese (tra fornitori e subfornitori) che compongono la filiera impegnata nella costruzione del Terzo Valico dei Giovi, una filiera costituita per il 99% da imprese italiane. La Larefin, nata 50 anni fa da 40 anni è impegnata, tra l’altro, proprio nelle lavorazioni specialistiche in ambito civile e industriale, una di queste è quella della realizzazione di qualsiasi tipo di impermeabilizzazione. 
Ormai da cinque anni – spiega Dario del Giudice, direttore commerciale dell’azienda – siamo impegnati nel lavoro di impermeabilizzazione di gran parte delle gallerie del tronco Piemonte. È un lavoro complesso e molto delicato: il treno passerà sotto montagne molto alte, ed è qui che si procede con l’impermeabilizzazione per evitare infiltrazioni di acqua all’interno delle gallerie proteggendo così il calcestruzzo e l’armatura al suo interno. Si tratta inoltre di gallerie principali dove passeranno treni ad alta velocità, dotati di una tecnologia molto sofisticata e sistemi di elettrificazione complessi. Ecco perché le gallerie devono essere assolutamente stagne.
 Per farlo, la Larefin e le proprie maestranze sono al lavoro per l’applicazione dei teli impermeabili sia all’intradosso delle gallerie naturali che all’estradosso delle gallerie artificiali prima della realizzazione del manufatto in calcestruzzo. 
«Il lavoro – prosegue del Giudice – viene eseguito mediante sistemi di ancoraggio seguiti dalla posa di teli specifici in Pvc ancorati sui fissaggi meccanici eseguiti precedentemente, in ultimo i teli vengono termosaldati grazie all’utilizzo di macchine sofisticate che permettono anche di verificare la tenuta della saldatura». 
 Di telo in telo (i teli sono larghi in media due metri) vengono coperti chilometri e chilometri di galleria, assicurandole così dal rischio di infiltrazioni. Un lavoro che non è sempre uguale, perché differenti sono le caratteristiche della roccia. Le risorse umane rappresentano una parte importante dell’attività, gli operatori specializzati operano spesso in condizioni disagiate, a grandi profondità e in concomitanza con altre società che svolgono altre lavorazioni. 

«Esistono inoltre delle condizioni particolari che richiedono un’attenzione differente – aggiunge del Giudice. – Sempre in Piemonte, in alcune delle gallerie in fase di lavorazione è stata riscontrata la presenza del “Grisù”, gas incolore ed inodore altamente infiammabile». 
In queste gallerie si procede esclusivamente con particolari sistemi di monitoraggi h24 al fine di verificare l’eventuale presenza del “grisù” e quindi attivare specifici sistemi di aerazione continua per bonificare l’ambiente e quindi scongiurare eventuali inneschi. Solo dopo tale verifica si procede con la stesura dei teli impermeabili che vengono termosaldati questa volta con specifiche attrezzature saldatrici antideflagranti, che di fatto azzerano il rischio di esplosione legato alla presenza del Grisù.

Un’attività strategica per l’alta velocità ferroviaria che corre per lunghi tratti in galleria, nella quale la Larefin affianca il Gruppo Webuild nei cantieri del Terzo Valico e presto anche nei cantieri della Napoli-Bari, l’altra linea che porterà i treni veloci nel Sud della Penisola.

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