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Federagenti: “La grande sfida di porto Italia”


21 ottobre 2023 – Porto Italia. Il titolo scelto dal presidente Alessandro Santi, per l’assemblea generale della Federazione degli agenti marittimi svoltasi ieri a Taranto, era già di per sé provocatorio. Ma le indicazioni che sono scaturite sono risultate ancora più deflagranti, e non solo perché il professor Giulio Sapelli, politico dell’economia, presente nel panel dei relatori, ha definito i porti “la vera dinamite” sui mercati internazionali, ma perché anche e specialmente dalla relazione di Santi sono emerse almeno quattro considerazioni deflagranti. 

La prima relativa un sistema di relazioni internazionali che oggi sembra indicare i prodromi di cambiamenti epocali, forse prevedibili se la politica conoscesse la storia: cambiamenti epocali che vedono l’affermazione sempre più convinta dell’India come riferimento del commercio e dell’economia mondiale, un declino comunque difficilmente arrestabile della Cina, ancorché tutt’oggi presente indirettamente anche in quei paesi asiatici che sembrano averle eroso parte di quote produttive industriali e equilibri a dir poco fragili connessi ad esempio con la Via del Cotone, (India, Arabia Saudita, Israele, Sud Europa) di cui, almeno prima dell’esplodere del conflitto di Gaza, era accreditata di enormi potenzialità La seconda che riguarda il ruolo dell’Italia in questo scacchiere internazionale caratterizzato da superpoteri internazionali dai quali l’Italia è molto meno dipendente ad esempio rispetto a quanto accada in Germania. La terza relativa al ruolo dei porti e dei traffici marittimi e dei porti che rappresentano – come ha sottolineato più volte il presidente di Federagenti – il più importante asset del sistema Paese. 

E, in conclusione la quarta considerazione che ha segnato l’assemblea di Taranto e che rappresenta anche la sintesi delle precedenti: l’Italia ha oggi bisogno di scegliere autonomamente quale formula di politica portuale perseguire (specie in un Mediterraneo che la può vedere protagonista) senza inseguire schemi che vanno bene per i paesi del Nord Europa o per la Spagna, ma che non sarebbero adeguati al livello di sfida che l’Italia ha le potenzialità di vincere. E questa formula – secondo Federagenti – è proprio quella di Porto Italia, una portualità diffusa lungo tutte le coste italiane, che trovi sintesi decisionale e strategica in una cabina di regia nazionale pubblico-privati in grado di fornire indicazioni di priorità strategica anche in tema di infrastrutture, di logistica indotta, di governance.

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