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Rottura a bordo di Dongfeng, ma il team reagisce e tiene la seconda posizione


Non sono solo i 66 velisti a cominciare a sentire la fatica dopo tre settimane di navigazione, in Mediterraneo prima, poi in Atlantico settentrionale e ora in Atlantico meridionale, dove soffiano i
temibili Quaranta Ruggenti. Anche le barche, dopo oltre 5.000 miglia di lavoro intenso, spesso portate ai limiti, spinte al massimo per ottenere anche una piccola percentuale di velocità in più che può fare la differenza in una classe monotipo, iniziano a avere qualche problema. Come è successo a bordo di Dongfeng Race Team.

“Si è rotto un padeye” ha raccontato lo skipper transalpino Charles Caudrelier “E' la prima volta che vedo una cosa del genere in vita mia. Ci ha causato un bel po' di problemi, ma cercheremo di stare concentrati e di trovare delle soluzioni.” Il padeye, in italiano golfare, è un pezzo in acciaio inossidabile utilizzato per agganciare la mura di una vela alla coperta e sopporta carichi molto alti. In questo casi si trattava della mura del gennaker in testa d'albero.

Viste le condizioni meteo, con mare molto formato e grandi masse d'acqua che spazzolavano la prua e la coperta della barca rossa, l'equipaggio ha dovuto subito mettersi al lavoro per evitare ingenti vie d'acqua. “E' uno dei punti più solidi della barca. Quello dove si fissano tutte le vele grandi.”

Ha spiegato lo svedese Martin Strömberg. "E' stato un brutto colpo e anche un momento un po' spaventoso.” Questo il racconto fatto dall'equipaggio franco/cinese sulla sua pagina Facebook: “Erano da poco passate le 18 UTC quando a bordo parte del sistema delle scotte del gennaker in testa d'albero si è rotto e i forti carichi a cui era sottoposta quella cima si sono scaricati sulla parte sottovento della coperta, causando danni ingenti.

Nessuno è rimasto ferito, malgrado i danni significativi all'attrezzatura di coperta. Immediatamente l'equipaggio di è messo al lavoro per creare un sistema alternativo e ritornare velocemente in regata.” Come ha spiegato il prodiere Kevin Escoffier. “Siamo un poco più lenti, perché non abbiamo la stessa configurazione di prima. Ma non molto più lenti. Stiamo pensando a come organizzarci per i prossimi giorni.” Gli uomini di Dongfeng hanno quindi trovato un punto di fissaggio alternativo, una soluzione temporanea ma che ha permesso loro di ritornare a navigare a piena potenza.

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