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Porto Marghera: “la grande scommessa” per realizzare l’europorto

Da sinistra Paolo Costa e Massimo Bernardo
La realizzazione del grande europorto alto adriatico passa anche per la bonifica e la riqualificazione di Porto Marghera, che si pone come area strategica funzionale ed interfaccia del sistema offshore-onshore del “post
Mose”, terminal d’altura che sarà collegato con vari terminali a terra e con il sistema fluviale padano-veneto e che concorrerà ad estromettere il traffico petrolifero dalla laguna di Venezia mentre a Fusina, il 31 maggio p.v., prenderà piena operatività il nuovo terminal dedicato alle “autostrade del mare” , il più moderno terminal ro-ro. ro-pax del Mediterraneo. 


Con il processo di bonifica e riconversione delle aree di Porto Marghera, un tempo occupate dall’industria petrolchimica e metallurgica di base, si aprono nuove, eccellenti opportunità per l’insediamento di attività di manifattura leggera, logistica integrata, chimica “verde” ed agroalimentare di qualità in una visione porto-centrica che ricerca nei porti la vicinanza al mercato.

 Una nuova portualità, dunque, anche al servizio di un’area metropolitana nella quale porto, aeroporto e snodi stradali, autostradali, ferroviari e di navigazione interna sono di primo livello. Al meeting dell’International Propeller Club Port of Venice tenutosi presso il Best Western di Mestre il talkshow sulle “Bonifiche e riqualificazione di Porto Marghera”, tema del meeting, è stato animato da un dibattito per rispondere ai tanti interrogativi sul futuro della zona industriale, sullo sviluppo del porto e del progetto NAPA, sulla salvaguardia dell’ecosistema ma anche sul difficile momento di transizione che migliaia di addetti stanno vivendo con preoccupazione per il mantenimento del proprio posto di lavoro in attesa di soluzioni certe e definitive sul futuro dell’area.

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