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Palermo, porto vetrina dell’archeologia e della cultura




31 ottobre 2020 - Per la prima volta un porto italiano diventa la vetrina e al tempo stesso la “visione” in anteprima dei tesori archeologici, culturali e ambientali del Paese. È il porto di Palermo che a tappe forzate, sbloccando progetti impantanati nella burocrazia anche da decenni, non solo ha inaugurato ieri il nuovo modernissimo terminal aliscafi per le Eolie e Ustica e una nuova banchina, ma è stato specialmente teatro della posa della prima pietra di una struttura integrata e multifunzionale che non ha precedenti nel panorama dell’intera portualità europea. 


Quello che oggi si chiama Molo Trapezoidale e che sino a pochi mesi addietro era per molti aspetti una delle vetrine del degrado del porto, diventerà un vero e proprio parco urbano-portuale, ospitando su un’area di 26.000 metri quadri un laghetto urbano di oltre 8000 metri quadri, ma anche un auditorium, un anfiteatro panoramico da 200 posti, e un Parco archeologico che, con la liberazione delle aree del Castello a Mare, si candida a diventare sito Unesco, inserito nel “Percorso Arabo-Normanno”, già parte della Heritage List. 

“Palermo è stata ed è – sottolinea Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia occidentale – una grande capitale anche della cultura, un eccezionale meltingpot, che il porto, chiave di ingresso preferenziale alle bellezze della Sicilia, si appresta a riportare agli antichi splendori”. 
Per completare questi lavori, che “regaleranno” alla città 200 nuovi posti di lavoro, con un investimento di 25 milioni e mezzo, il porto prevede di impiegare un anno e mezzo. E per la prima volta la previsione a Palermo diventa credibile, visto che “il nuovo metodo” inaugurato dal Presidente Monti si è rivelato la chiave di volta per sconfiggere la burocrazia.

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