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L’estate nera degli alberghi italiani


2 settembre 2020 - I dati drammatici diffusi nei giorni scorsi dall’ISTAT, che ha registrato nel secondo trimestre dell’anno un calo del fatturato dell’88% per l’hotellerie italiana, si aggiungono i primi, sconfortanti, dati a consuntivo del trimestre giugno-agosto che da solo pesa il 60%-65% del fatturato alberghiero in Italia (tra i 12,5 e i 13,6 miliardi di euro).

Dall’indagine flash lanciata da Confindustria Alberghi, emerge un quadro davvero difficile per il settore alberghiero in Italia con alcune destinazioni notoriamente richiestissime nelle estati italiane e l’intero segmento lusso in grande sofferenza anche e soprattutto a causa della quasi totale assenza degli stranieri. Un quadro leggermente diverso, ma che non compensa le gravi perdite subite sino ad oggi, si osserva per le destinazioni mare, montagna e campagna dove alcune realtà hanno sofferto meno in un contesto dove purtroppo molte strutture sono comunque state costrette a rimanere chiuse.

Gli alberghi nelle città d’arte hanno continuato in molta parte a rimanere chiusi e tra quelli che avevano tentato di riaprire, diversi sono stati costretti a compiere una brusca marcia indietro. Il calo di fatturato dagli alberghi delle città d’arte è stato tra il 70 e il 90% rispetto al trimestre giugno-agosto 2019, a causa della flessione del numero degli arrivi, più che dimezzati rispetto all’analogo periodo dello scorso anno (-60%) e dei pernottamenti in calo di oltre il 70% rispetto all’analogo trimestre 2019.

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