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THE ARCTIC ROUTE: Climate Change Impact, Maritime and economic scenario, geostrategic analysis and perspectives


6 luglio 2020 - Con il webinar svoltosi venerdì 3 luglio organizzato da Intesa Sanpaolo, SRM e IAI-Istituto Affari Internazionali è stato presentato lo studio sullo scenario geostrategico relativo la Rotta Artica. Gli elementi evidenziati dallo studio interessano molteplici settori economici e i fattori che ne influenzano lo sviluppo:
  •          Le gerarchie del commercio internazionale stanno mostrando cambiamenti dovuti alla necessità di ricercare modi di trasporto e rotte che riescano a garantire ai vettori percorsi meno onerosi e più rapidi, specie in periodi come questo caratterizzati dalla pandemia.
  •        Sul globo sono disegnate 3 “vie” principali che attraversano la calotta polare: il passaggio a Nord Ovest (NWP), la Rotta Marittima Transpolare (TSR) e la Northern Sea Route (NSR). 
  •          Il Passaggio a Nord-Ovest (NWP) attraversa l'arcipelago nord canadese unendo l'Atlantico e l'Oceano Pacifico; la Rotta Marittima Transpolare (TSR) taglia drasticamente attraverso il Polo Nord ed è coperta da ghiaccio perenne, quindi al momento è un ipotetico transito; la Northern Sea Route (NSR) è quella con maggiori potenzialità grazie a condizioni climatiche più agevoli ed alla possibilità di collegare l’Asia e l’Europa da Nord.
  •           Nel 2019, la NSR è stata aperta ai transiti (cioè ai traffici di lunga percorrenza) per il 30% dell’anno da luglio agli inizi di novembre per un periodo di circa 14 settimane.  In realtà però se si guarda alla movimentazione complessiva vi è una attività molto più intensa che si verifica anche in mesi più freddi.
  •         La rotta è ad ora prevalentemente caratterizzata da traffici intraregionali: il 98% è in SSS (Short Sea Shipping, vale a dire trasporto marittimo di corto raggio) ed è soprattutto concentrata intorno al porto di Sabetta in Russia (55%).
  • ·       Tra il 2011 e il 2019, la movimentazione in Short Sea Shipping di quest’area è cresciuta del 134% in media d’anno, raggiungendo la cifra di 31,5 milioni di tonnellate.
  •           I transiti internazionalidi lungo raggio (non quindi intraregionali) che percorrono l’intera rotta e che quindi rappresentano solo una parte della movimentazione complessiva hanno raggiunto quasi 700 mila tonnellate nel 2019.
  •          Secondo le stime (ante Covid-19), i volumi totali potrannocrescere fino a raggiungere i 100 milionidi tonnellate nel 2030 con la speranza che i transiti internazionali siano una parte sempre più consistente di questi.
  •           La compagnia marittima cinese COSCO(terza al mondo per trasporto container ma che è specializzata anche in altre tipologie di merci) è il carrier più attivo su questa rotta coprendo il 19% dei transiti complessivi.
  •           La Cina, infatti, continua ad incentivare il suo ambizioso progetto, denominato “Belt & Road Initiative“, anche progettando espansioni verso l’Artico che mostra interessanti giacimenti energetici.
  •           Anche le navi container stanno sperimentando questa rotta e nel 2018, Venta Maersk (3.600 Teus) ha realizzato il 1 ° transito di navi container lungo la NSR tra Busan, importante porto della Corea del Sud e lo scalo di Bremerhaven nel Northern range europeo in Germania.
  •           La movimentazione complessiva dell’area è comunque in crescita ed in fermento e i viaggi sono aumentati tra Gennaio e Aprile 2020 (e dunque in pieno periodo Covid-19) del 15% e cresceranno ancora.
  •           Nuove vie e nuove rotte sempre più brevi ed economiche: lo studio ha stimato che per andare da Rotterdam a Shanghai la NSR sia più veloce rispetto allo stesso viaggio tramite il Canale di Suez con un risparmio del 20% pari a circa una settimana di viaggio (e circa il 40% più veloce dal Northern Range al in Giappone pari a circa due settimane in meno).
  •           La Rotta Artica, per le sue caratteristiche e per le direttrici marittime servite, difficilmente potrà essere un’alternativa al Canale di Suez che rappresenterà ancora la via più conveniente da seguire per i traffici verso l’area Mediterranea.Le due rotte potranno essere però, nelle strategie dei vettori, complementari tra loro, offrendo un ventaglio più ampio delle possibilità da perseguire per trasportare le merci.
  •          La Northern Sea Route èsoprattutto un corridoio energetico in particolare per il GNL che rappresenta uno degli asset strategici di grande prospettiva dello shipping anche perché più“green” e a minor impatto ambientale dell’Oil; la U.S. Geological Survey stima difatti che le risorse fossili nella regione ammontino a 90 miliardi di barili di petrolio, circa 1.700 trilioni di piedi cubi di gas naturale e 44 miliardi barili di GNL.
  •           Cifre di rilievo concentrate soprattutto in Russia che detiene il 70% delle risorse di Gas e il 41% di Oildell’artico.
  •           Nuovi investimenti infrastrutturalisi stanno realizzando nel percorso della rotta artica in particolare nella penisola di Yamal nel Nord-Ovest della Russia. Yamal LNG è uno degli investimenti per l’estrazione di Gas Naturale Liquefatto più importanti del Mondo. Il progetto quasi completato (98,1%) ha richiesto un investimento di oltre 30 miliardi di dollari ed ha attualmente 3 impianti in attività. Tra il 2017 e il 2019 (periodo di attività) l’impianto ha prodotto oltre 27,2 milioni di tonnellate di LNG.
  •           Il porto russo di Sabetta, che ha raggiunto i 20,5 milioni di tonnellate movimentate nel 2019, è parte di questo progetto.
  •          Un progetto “gemello” denominato Arctic LNG-2 è in corso.  Interessa un investimento totale di $ 21 miliardi e una produzione stimata di 20 mln di tonnellate di GNL all'anno entro il 2023.
  •          Anche grazie a questi ingenti investimenti, i traffici di GNL stanno crescendo e tra gennaio e maggio 2020, 224 viaggi di navi GNL sono stati realizzati, diretti soprattutto verso il Belgio (35%), la Francia (24%) e l’Olanda (13%).
Sulla prossima edizione di PORTO&interporto sarà possibile leggere un approfondimento sul webinar con le piu' interessanti riflessioni dei relatori  in relazione a vari aspetti dei risultati della ricerca.

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