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Confindustria alberghi: inizia la fase 3


4 giugno 2020 - L’avvio della fase 3 con il ritorno alla circolazione all’interno del Paese, segna un passaggio importante, ma restano molte incognite sul settore alberghiero. Il weekend del 2 giugno si è chiuso ancora con un “nulla di fatto” per il settore turistico, con mancati introiti stimati per almeno 1 miliardo di euro che vanno a sommarsi a circa 25 miliardi di euro, dovuti al fermo del settore che, va ricordato, ormai dura da 100 giorni.

 Ad oggi oltre il 95% delle strutture alberghiere è ancora chiuso e il 97% dei lavoratori del settore è in attesa della cassa integrazione. Gli effetti delle misure di sostegno per le imprese, ancora tardano ad arrivare. E dobbiamo sottolineare che le perdite accumulate non potranno in alcun modo essere colmate. Nel settore alberghiero non esiste “magazzino”, la camera che non viene venduta è persa e non potrà più essere recuperata.

 Le prospettive per le prossime settimane, per chi deciderà di riaprire sono comunque molto difficili, con un mercato di fatto ridotto dall’assenza di turismo estero e l’incremento dei costi determinato dalla gestione della sicurezza che le aziende assicurano a tutti i loro ospiti.

Servono interventi urgenti e mirati per garantire la sopravvivenza del settore. Tra tutti in primis, favorire il rientro in azienda dei lavoratori oggi in cassa integrazione, prevedendo che il valore degli ammortizzatori sociali si trasformi in riduzione del costo del lavoro. Una misura a costo zero per le casse dello Stato, ma che riporterebbe i lavoratori in azienda con il recupero della piena retribuzione e renderebbe più sostenibile la riapertura per le imprese.

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