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Black Friday, va in scena la logistica del capriccio

29 novembre 2019 – Il Black Friday e il lungo week end di shopping scontato che sta arrivando farà muovere circa 82mila furgoni – la maggior parte dei quali diesel – che consegneranno gli 8 miliardi di euro in beni acquistati solo nel Regno Unito. Infatti, nonostante l’iniziativa sia seguita anche dai negozi tradizionali e centri commerciali, oltre l’80% degli acquisti verrà fatto online. Un mare di consegne a domicilio che genererà un super lavoro per i corrieri: in Gran Bretagna, si stima che, nelle ore più calde, ogni 93 secondi parta un camion dai magazzini dei maggior player dell’e-commerce.

Gli ordini online, inoltre, aumenteranno il traffico e la congestione nelle nostre città e portano con sé un maggiore carico di imballaggi: il Black Friday genera il più grande volume di rifiuti dell’anno. Secondo alcune stime, consumerebbe circa 35% di tutta la plastica prodotta in Italia. Senza contare il numero crescente di resi che stanno aumentando del 75% da un anno all’altro in un settore che emette il 5% delle emissioni globali di CO2.

Un trend che mette in pericolo il nostro pianeta. Il fenomeno è in crescita anche in Italia: lo scorso anno, secondo i dati del Politecnico di Milano, la corsa agli sconti del Black Friday è cresciuta del 35% rispetto al 2017, superando il miliardo di euro di fatturato e coinvolgendo circa 20 milioni di e-shopper.
 “L’e-commerce sta rivoluzionando la logistica che da servizio per l’industria si sta trasformando in un terreno di competizione tra i grandi big del commercio online con forti ricadute sulla vita quotidiana – ha dichiarato Massimo Marciani, Presidente del Feright Leaders Council - La corsa allo shopping alimenta la cosiddetta "Logistica del capriccio”, mettendo sotto stress l’intero sistema distributivo costretto a rispondere a tempi di consegna molto ristretti, spesso assolutamente non necessari. Le conseguenze ricadono inoltre su tutti noi perché la corsa alle consegne a casa sta generando livelli di inquinamento, di imballaggi, di congestione, di incidentalità crescenti. I consumatori dovrebbero essere consapevoli dei rischi di assecondare ritmi veloci, mentre sarebbe opportuno considerare modelli di consegne più sostenibili per il sistema economico e per l’ambiente”.

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