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Crociere 2014: in calo il mercato italiano


Un 2014 in contrazione per il mercato crocieristico italiano. E’ quanto ha annunciato ieri Sergio Senesi, presidente di Cemar Agency Network di Genova, in occasione dei primi incontri nell’ambito del Seatrade
Cruise Shipping a Miami, la principale manifestazione mondiale dedicata agli operatori delle crociere. Le proiezioni per l’anno appena iniziato indicano un forte decremento in termini di passeggeri movimentati: 10.285.000 unità (-9,9% rispetto all’ottimo risultato del 2013, pari a 11.415.644 pax), di cui 5.946.000 in transito e 4.339.000 imbarcanti e sbarcanti. In calo anche le toccate nave nei porti italiani (-11,5% dalle 5.113 del 2013 alle 4.525 del 2014) e il numero di armatori presenti nel nostro paese (54 nel 2014 contro i 56 del 2013).

Sempre secondo le previsioni di Cemar Agency Network, al termine del 2014 saranno transitate nelle acque italiane 143 diverse navi da crociera contro le 151 del 2013 (-5,29%), mentre i porti italiani coinvolti nell’attività crocieristica passano da 63 nel 2013 a 70 nel 2014. “Nel corso del 2014 assisteremo purtroppo a una drastica diminuzione di passeggeri movimentati in Italia, in controtendenza con la crescita a livello mondiale dovuta alla consegna di nuove grandi unità – ha dichiarato Sergio Senesi - Le motivazioni di questa contrazione del mercato croceristico nel nostro paese sono molteplici, a partire dall’ormai famoso Decreto Salva Coste che già nel 2013 ha creato difficoltà alle navi che danno fondo in rada.

A questo si aggiungono l’aggravarsi della situazione di Venezia, che quest’anno causerà la perdita di oltre 1.000.000 di passeggeri nel Mar Adriatico e che, se non risolta, produrrà un’ulteriore crollo di presenze nel 2015, e le numerose difficoltà burocratiche, che scoraggiano gli Armatori”. E ha aggiunto: “Siamo l’unico Paese UE a non aver semplificato le procedure d’accosto: ancora oggi in molti porti italiani sono obbligatori i controlli di frontiera anche per le navi provenienti da paesi dell’area Schengen. Senza contare che per le pratiche doganali utilizziamo un Regio Decreto vecchio di quasi 100 anni”.

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