14 novembre 2025 - Gruppi della società civile turca ed europea sollecitano l'UE a revocare le autorizzazioni concesse ai cantieri di demolizione navale di Aliağa, in Turchia. In una lettera sostenuta dalla ONG Shipbreaking Platform e dall'Ufficio europeo per l'ambiente, ONG, avvocati, sindacati e consigli locali turchi chiedono l'immediata revoca delle autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 23 del regolamento UE sul riciclaggio delle navi.
I firmatari citano i rischi ambientali e sanitari legati alle esenzioni normative, all'applicazione inadeguata delle norme e ai casi di scarico illegale di rifiuti e contaminazione. In una conferenza stampa tenutasi a Smirne il 18 novembre, hanno sostenuto che le autorizzazioni dell'UE legittimano pratiche che non sarebbero consentite negli Stati membri dell'UE, esponendo i lavoratori e le comunità limitrofe a rischi.
Invitano la Commissione europea a revocare le autorizzazioni esistenti, a consentire solo piattaforme industriali completamente isolate, come i bacini di carenaggio, e a collaborare con le autorità e la società civile per garantire infrastrutture più sicure ad Aliağa.
La ONG mette inoltre in guardia dall'approvare i cantieri di "spiaggiamento" indiani, sottolineando che l'arenamento è vietato nell'UE.
"L'UE deve applicare il principio di precauzione e rimuovere immediatamente questi impianti dall'elenco del regolamento sul riciclaggio delle navi", ha affermato Eva Bille dell'Ufficio europeo dell'ambiente. L'ONG Shipbreaking Platform ha fatto riferimento al suo rapporto del 2023 sul riciclaggio delle navi in Turchia. Più della metà delle navi battenti bandiera dell'UE viene smantellata ad Aliağa, dove 11 dei 22 cantieri sono approvati e altri cinque richiedono l'autorizzazione.



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