31 luglio 2025 - Andrea Agostinelli nel lasciare l’Autorità portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio ha diffuso questo messaggio di commiato:
“Al termine di 9 anni e 8 mesi alla guida del porto di
Gioia Tauro e della Autorità di Sistema Portuale calabrese, lascio oggi il mio
incarico e questa Terra bellissima.
Sono stati anni splendidi e solitari, intervallati da
crisi drammatiche e primati commerciali, ma soprattutto caratterizzati da una
ritrovata "piena occupazione" e da una produttività degna di porti
situati ad altre latitudini.
Anche nei momenti più bui -Covid, ETS, crisi del Mar
Rosso - Gioa Tauro ha dimostrato una resistenza eccezionale e questo grazie ad
armatori e terminalisti che hanno magnificamente messo a frutto gli enormi
spazi portuali e le banchine così performanti del nostro porto.
Conoscere Gianluigi Aponte e la famiglia Grimaldi, ma
anche Filippo Callipo, è stato un privilegio professionale indimenticabile, e
la sinergia con tali operatori di livello mondiale è stato il segreto del
successo di questa avventura.
Ma ancora più emozionante è stato condividere le iniziali
incertezze, le preoccupazioni, la macelleria sociale di 400 licenziamenti ed
infine i sorrisi delle maestranze portuali che sono state il "motore"
della rinascita, giustamente orgogliose di essere state artefici di tale
successo, unitamente ad un programma di finanziamento privato ma anche pubblico
imponente ed interamente realizzato. Nuovissime grues, il gateway ferroviario e
la banchina "Eranova" di ponente, solo per fare qualche esempio, ma
anche lo splendido lungomare del Portovecchio di Crotone e gli avveniristici
nuovi alloggi consegnati alla Guardia Costiera di Gioia Tauro.
Ho partecipato a decine di Convegni sulla portualità, in
Italia e all'estero, sempre con il malcelato orgoglio di rappresentare questo
porto e le sue maestranze, di essere il loro Presidente, sulla scia dei
risultati entusiasmanti che Gioia Tauro produceva, una crescita esponenziale
dei traffici che dura da sei anni consecutivi.
Ho ascoltato in questi anni centinaia di storie individuali,
tutte caratterizzate dalla voglia di rimanere in Calabria, dal desiderio che
questo porto potesse soddisfare le aspettative di riscatto sociale ed economico
di una intera Regione. Non a tutti abbiamo potuto dare le risposte attese, ma
oggi il porto costituisce una splendida realtà produttiva e attende ormai da
tempo che il più esteso retroporto italiano possa percorrere la stessa strada
virtuosa.
Un plauso sincero alle Forze dell'ordine ed alla Agenzia
delle Dogane e Monopoli, che contribuiscono in modo così incisivo a smentire -
spero per sempre - la pessima "fama" del nostro porto, se pensiamo
che nei porti del tanto decantato Nord Europa sbarcano quantitativi di cocaina
infinitamente maggiori, nel silenzio di tutti. E se leggete il report annuale
della Associazione "Libera", scoprirete che Gioia Tauro non guida la
classifica dei porti nazionali infiltrati dalla malavita.
La legalità, la trasparenza e la correttezza
amministrativa hanno sempre costituito la nostra stella polare! A noi la
'ndrangheta ha fatto schifo davvero.
Se è vero che la costruzione originaria del porto
arricchì enormemente le 'ndrine locali, le opere pubbliche edificate negli
ultimi 10 anni proiettano Gioia Tauro in un futuro fatto di lavoro
"buono", di sviluppo e di sostenibilità.
Al Governo nazionale e a quello Regionale la pressante
raccomandazione di tutelare maggiormente un "unicum" così peculiare,
un gioiello del nostro Meridione che ha progetti e potenzialità per raggiungere
traguardi sempre più ambiziosi.
Che l'attenzione al Sud ed al suo riscatto non sia lo
sterile slogan ascoltato mille volte: per mantenere e magari promuovere Gioia
Tauro nell'attuale ranking dei porti del Mediterraneo servono investimenti,
cospicui ma non ciclopici, che l'Autorità di Sistema non potrà affrontare da
sola, nei cinque porti della sua giurisdizione.
Non serviranno nuove dighe e nuove darsene, quelle le
abbiamo già, nuove e perfettamente performanti, insieme con i nostri fondali
profondissimi; magari l'ineludibile allargamento della imboccatura portuale o
una finalmente veloce infrastruttura ferroviaria che colleghi passeggeri e
merci con il resto del Paese.
I ringraziamenti finali, infine: alla abnegazione dei
miei collaboratori che - in così pochi - hanno permesso di concretizzare il miracolo
quotidiano di pratiche tempestive e ben fatte, nonché di bilanci cristallini.
A Michele Albanese, Aldo Alessio, Agostino Pantano,
Giuseppe Smorto e Andrea Tripodi, rigorosamente in ordine alfabetico, gli
irriducibili sognatori che hanno custodito le mie ansie e condiviso i successi
del porto.
Alla mia famiglia, che ha sopportato la mia assenza per
dieci lunghi anni.
Lunga vita al porto di Gioia Tauro, e ai porti di
Corigliano, Crotone, Palmi e Vibo Valentia Marina!