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Arco Alpino, percorso a ostacoli per le merci italiane e l’economia europea

 

Arco Alpino, percorso a ostacoli per le merci italiane e l’economia europea

2 febbraio 2024 – 

“Arco alpino, un percorso a ostacoli che frena l’economia europea. La Commissione Ue intervenga urgentemente: il momento è delicato, con gli agricoltori che protestano in tutta Europa contro le follie green e una tensione che potrebbe espandersi ad altri settori”.

Così Paolo Uggè, presidente della Fai-Conftrasporto, la Federazione degli Autotrasportatori Italiani, in occasione del convegno a Bruxelles dal titolo “L’Europa e le Alpi, come mantenere una regione cruciale al centro delle politiche dell’Ue al Parlamento europeo a Bruxelles”, con il vicepremier Matteo Salvini.

“L’attraversamento dell’arco alpino è fondamentale per l’economia italiana ed europea – spiega Uggè – Il totale dell’import/export del nostro Paese ammonta a 1.286 miliardi di euro e a 466 milioni di tonnellate di merce, l’85% delle quali va verso i Paesi dell’Ue via strada. Il 42% degli scambi italiani con l’Ue vede il 47% uscire dal nordovest, il 52% dal Nordest, e il solo Brennero vale 130 miliardi di euro di valore in merce. Se pensiamo che l’economia europea è basata sulla consegna in tempo reale, capiamo bene che quando le merci non arrivano in tempo sui mercati, è tutta l’economia europea a rimetterci”.

“Oggi quel flusso viaggia a intermittenza: il Frejus è chiuso, il Monte Bianco prevede una chiusura semestrale per manutenzione per i prossimi 18 anni, il Gran San Bernardo ha limitazioni notturne, il Gottardo è chiuso fino a settembre 2024, il Brennero continua a introdurre limitazioni – incalza Uggè – Eppure se l’Italia avesse la medesima accessibilità della Germania, aumenterebbe il Pil del 17%”.

“Le reti Ten sono gli strumenti attraverso i quali l’intera Europa si connette: la loro realizzazione è di fondamentale importanza – prosegue il presidente Fai - Conftrasporto – Ma sulla capacità di collegamento dell’Italia con il sistema economico europeo pesano gli effetti del Protocollo dei Trasporti delle Alpi, che ha aggravato la situazione anziché migliorarla. In tutto questo, la Commissione europea, pur sensibilizzata, non interviene, e questo non è più consentito”.

“In un’economia europea che deve crescere e competere con le altre economie del mondo dev’essere garantito il principio fondamentale della libera circolazione di merci e persone. Appoggeremo ogni azione del Governo e del ministro dei Trasporti che vada in questa direzione”, conclude il presidente Fai-Conftrasporto.


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