20 agosto 2025 - Secondo un nuovo rapporto della Getting to Zero Coalition del Global Maritime Forum, il metanolo e l'ammoniaca hanno fatto notevoli progressi come carburanti per il trasporto marittimo a emissioni zero, ma necessitano ancora di un maggiore supporto per essere utilizzati su larga scala.
Il rapporto, intitolato “Metanolo e ammoniaca come
carburanti per il trasporto marittimo”, si basa su interviste con circa 40
organizzazioni del settore.
Si conclude che il metanolo è ora pronto per un funzionamento
a basse emissioni di carbonio e l'ammoniaca è pronta per la sperimentazione, il
che rappresenta un chiaro aumento della disponibilità rispetto alla prima
edizione del rapporto del 2020.
Lo studio evidenzia che il metanolo sta passando dalla
fase di prova concettuale a quella di produzione su larga scala, con oltre 60
navi in grado di trasportare metanolo, 300 ordinate e rifornimento disponibile
in circa 20 porti.
Il retrofitting sta diventando fattibile, ma la
disponibilità di metanolo verde rimane limitata. L'ammoniaca sta per essere
testata, con test che dimostrano il potenziale di ridurre le emissioni fino al
95%.
Sono state sperimentate le prime imbarcazioni alimentate
ad ammoniaca, i test sui motori sono quasi completati e sono in corso le prove
di rifornimento.
Il rapporto individua nella filiera del carburante la
sfida centrale. Per il metanolo, ciò significa ampliare la fornitura di
molecole verdi, mentre per l'ammoniaca significa convalidare e implementare
infrastrutture di rifornimento commerciale.
Jesse Fahnestock, direttore della decarbonizzazione del
Global Maritime Forum, ha dichiarato: "Negli ultimi anni abbiamo assistito
a eccellenti progressi nello sviluppo di carburanti e tecnologie a emissioni
zero, con metanolo e ammoniaca che sono ormai passati dall'essere potenziali
soluzioni alla prova di fattibilità. Tuttavia, siamo solo all'inizio del nostro
percorso e la preparazione tecnologica non è sufficiente da sola. Per
diffondere su larga scala i carburanti a emissioni zero al ritmo richiesto,
abbiamo bisogno dell'intervento dell'Organizzazione Marittima Internazionale,
dei responsabili politici nazionali e dell'industria per creare le giuste
condizioni abilitanti; questo sarà fondamentale tanto quanto lo sviluppo della
tecnologia stessa".