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Zona Industriale Apuana, c'è voglia di investire

Sbloccare le aree della Zona Industriale Apuane, una parte consistente oggi ancora vincolata a Sir e Sin o soggette a rischio idrogeologico, e creare le condizioni per consentire nuovi insediamenti industriali ed artigianali. Le opportunità ci sono, ora bisogna tentare di raccoglierle percorrendo la strada più giusta e rapida. La Provincia Apuana, anche per la posizione strategica del porto di Marina di Carrara connessa ad una zona retro portuale appetibile e ben servita, fa ancora molta gola agli imprenditori. Non solo lapideo, pronto ad impegnarsi ed investire
su un processo di filiera serio, si guarda anche alle nuove opportunità che potrebbero nascere dal forte interesse manifestato dal settore cartario, logistico, alimentare, diportistica e dall'indotto della Nuovo Pignone.

E' questa la mission del primo incontro promosso dalla Camera di Commercio di Massa Carrara: coordinare al meglio tutte le azioni, confinate all'interno di accordo di programma unitario, per trovare il percorso più celere per liberare decine e decine di metri cubi di aree, tra inutilizzate e vincolate, che potrebbero generare economie virtuose e nuova occupazione.
"Il progetto che intendiamo presentare, tutti insieme, con una voce unica alla Regione Toscana - spiega Dino Sodini, Presidente CdC di Massa Carrara - mira a costruire una serie di proposte ed interventi concreti, condivisi e realizzabili entro 12-24 mesi per facilitare l'insediamento di nuove imprese. Ma prima dobbiamo liberarci dai vincoli che tengono lontani potenziali investitori e non ci aiutano in questo percorso".
 Una delle priorità, per consentire la fruibilità del porto di Marina di Carrara, è l'intervento di dragaggio del porto. Il potenziamento del collegamento ferroviario con il porto, così come il progetto del Water Front rappresentano elementi importanti insieme ad una posizione più chiara rispetto al problema delle bonifiche.

Ad imprimere un'accelerazione alla necessità di trovare nuovi spazi da un lato l'interesse di potenziali investitori e l'espansione della Nuovo Pignone con commesse fino al 2018 dall'altro la concorrenza sempre più agguerrita di Piombino e Livorno che attorno al porto stanno cercando di rilanciare le rispettive aree industriali ed artigianali.

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