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Green Mobility Show: abbiamo la tecnologia ma mancano le leggi


La quarta edizione del rapporto sulla mobilità sostenibile in Italia (50 città monitorate) nel 2013 ha assegnato alla città di Venezia il Trofeo della città più ecosostenibile del Paese: un “hub perfetto” per l’armoniosa
intermodalità tra imbarcazioni, treni aerei e trasporto su gomma. Sede ideale, dunque, per il Green Mobility Show, (28-29 marzo 2014) evento ospitato nei 120.000 mq. di spazi acquei e terrestri della Venezia Terminal Passeggeri. Una grande esposizione a cielo aperto di mezzi ed imbarcazioni elettriche, una preziosa occasione per vedere e provare dal vivo le tecnologie innovative per la mobilità sostenibile con espositori internazionali: un percorso comune mirato al risparmio energetico, al contenimento delle emissioni ma, soprattutto, un buon “viatico” contro la crisi.

Un salone arricchito da numerosi convegni dove istituzioni, ricerca scientifica e industria hanno tracciato lo stato dell’arte delle soluzioni più innovative per l’approvvigionamento energetico. Tra gli interventi più significativi, quello del Comandante della Capitaneria di Porto e Direzione Marittima del Veneto Amm.
Tiberio Piattelli:
“Il vettore marittimo, come noto, è tenuto a ridurre le proprie emissioni: dal 2015 nelle aree speciali (SECA), Mar Baltico, Mare del Nord e le coste del Canada, le navi dovranno utilizzare combustibili con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 per cento mentre nelle rimanenti aree dal 2020 - secondo l’annesso VI della MARPOL - tutte le navi non potranno utilizzare carburante con tenore di zolfo superiore allo 0,5 per cento.
 Ciò significa che, per quella data, più di 60.000 navi della flotta mondiale, dovranno essere convertite ad altri combustibili o equipaggiate con dispositivi che permettono di abbattere l’emissione di zolfo dei motori navali. L’orientamento degli armatori di tutto il mondo è oggi, come noto, quello utilizzare come propellente il GNL e quindi di operare il retrofit LNG sulle proprie unità, soluzione questa ritenuta meno onerosa e più impattante per la difesa dell’ambiente”. 
Massimo Bernardo

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