2 agosto 2025 - La tornata di nomine di questi giorni alla presidenza di 14 delle 16 Autorità Portuali, nonostante numerose e qualificate candidature femminili, non vede al momento donne scelte per queste posizioni di comando.
Niente di nuovo nel settore dello shipping che ha un
risicato 6% di presenza femminile ma trova nelle Autorità Portuali una
situazione di eccellenza dove la presenza femminile pesa per il 46%, pari a
circa 700 unità, con il 47% di donne quadri e il 31% di dirigenti.
Ma nella governance, in 30 anni, abbiamo avuto solo 2
donne presidenti e 6 segretari a fronte di circa 300 nomine complessive. Si può
fare di più e lo abbiamo chiesto in modo accorato quando, a marzo, siamo andate
a presentare, a Montecitorio, ospiti del Presidente della Commissione
Trasporti, Salvatore Deidda, il libro per il trentennale di Wista Italy “Donne
sul Ponte di Comando”
Le nomine dei vertici delle Autorità Portuali hanno anche
un valore simbolico. Escludere le donne dai vertici delle autorità portuali
consolida stereotipi e barriere culturali che da decenni Wista Italy,
l’associazione delle donne dello shipping che oggi presiedo, combatte.
Perché qui le competenze ci sono eccome, come dimostrano
i dati, e c’è anche la voglia di fare la nostra parte e metterci in gioco per
contribuire alla crescita del settore dei porti anche con un’impostazione
complementare a quella maschile.
Ci auguriamo di essere smentite con le ultime nomine ai
vertici delle Autorità Portuali attese nei prossimi giorni perché l’assenza
totale di donne a capo delle autorità portuali non è solo un problema di parità
di genere: è un problema di crescita e sviluppo del settore. Le competenze oggi
non hanno genere ed escludere metà della popolazione dai luoghi decisionali ha
un impatto negativo sulla qualità stessa delle istituzioni e priva il paese di
risorse fondamentali per la crescita. [….]