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Preoccupazioni degli armatori UE per applicazione ETS

 


23 novembre 2023 - A partire dal 1° gennaio 2024, le navi in entrata e in uscita dai porti dell'UE saranno tenute a pagare per le loro emissioni di carbonio nell'ambito del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell'Unione Europea. Si stima che tale obbligo comporterà una spesa complessiva di 3,6 miliardi di dollari per il settore marittimo nel 2024.

L'ETS prevede che gli armatori debbano coprire una percentuale crescente delle loro emissioni di anidride carbonica (CO2): il 40% nel 2024, il 70% nel 2025 e il 100% nel 2026. A partire dal 2026, saranno inoltre incluse le emissioni di metano e ossido di azoto.

Le compagnie di navigazione che operano tra l'Europa e l'Asia potrebbero dover sostenere costi aggiuntivi compresi tra gli 810.000 e gli 887.000 euro per nave all'anno. Tuttavia, questi costi rappresentano solo circa il 10% della spesa annuale per il carburante della stessa nave.

Alcuni Stati membri dell'UE hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli armatori potrebbero eludere i costi dell'ETS attraccando in porti situati vicino, ma al di fuori dell'UE.

Sebbene i costi dell'ETS possano sembrare relativamente bassi per un settore grande come quello marittimo, è probabile che aumentino in futuro. Si stima che la fattura totale dell'ETS nel 2026 potrebbe raggiungere i 9 miliardi di dollari, assumendo un prezzo di 100 euro per tonnellata di CO2.

L'ETS rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione del settore marittimo, che contribuisce in modo significativo alle emissioni globali di gas serra. Il costo dell'ETS dovrebbe incoraggiare gli armatori a investire in tecnologie più efficienti e sostenibili.


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