“Era il lontano 2006 quando si avviò il processo di riforma della Legge che nel 1994 aveva riorganizzato la portualità nazionale e fino ad un mese fa si riteneva di dover scegliere tra due
opzioni l’una più radicale l’altra più soft.
Sembra invece che prevalga l’idea di conservare l’attuale assetto dei porti per il quale tutti i gatti sono bigie tutti son capaci di prendere topi, con l’aggiunta di qualche forma di coordinamento - afferma Nereo Marcucci, Presidente della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, Confetra – lo sviluppo logistico del Paese richiederebbe viceversa che si imponessero le volontà riformiste presenti nel Governo e nel Parlamento”.
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