19 luglio 2025 – Con l’entrata in funzione del bacino galleggiante “Donn’Anna”, Piloda Shipyard compie un passo decisivo nella trasformazione del porto di Napoli in un hub strategico per il refit navale di navi tra 130 e 143 metri, un segmento finora poco servito nel Mediterraneo.
Lungo 143 metri, largo 30 e con una capacità di
sollevamento fino a 6.000 tonnellate, il nuovo bacino rappresenta un’evoluzione
infrastrutturale di rilievo per l’intero comparto cantieristico italiano.
“Donn’Anna” è stato progettato per offrire massima autonomia
operativa, elevata efficienza tecnica e ridotto impatto ambientale. Tra le
dotazioni principali:
●Sistemi indipendenti: due gru su rotaia da 5 t, sei
capstan da 5 t, gruppi elettrogeni da 320 kW,
aria compressa, illuminazione e impianti elettrici autonomi, oltre a vasche
integrate per la raccolta delle acque di carenaggio
●Sistema digitale integrato: software proprietario per la
gestione in tempo reale del piano di taccatura e della zavorra, che consente
lavorazioni simultanee in sicurezza, riducendo i tempi di fermo nave e
ottimizzando i costi
●Gestione ambientale avanzata: sistema interno e autonomo
per il contenimento e lo svuotamento fino a 50.000 litri di acque di sentina e
carenaggio, eliminando la necessità di bettoline esterne e riducendo drasticamente
l’impatto ambientale.
Il bacino è giunto a Napoli dalla Turchia al termine di
una traversata di oltre 1.000 miglia nautiche, coordinata da Cafimar, in
collaborazione con la controllata Somat, leader nel rimorchio tecnico navale.
Donato Di Palo, CEO di Piloda Shipyard, commenta: “L’arrivo
del bacino Donn’Anna rappresenta una svolta per il porto di Napoli e per
l’intero sistema industriale campano. Grazie a questa infrastruttura, il nostro
scalo acquisisce una capacità senza precedenti nel Mediterraneo per il refit di
navi medio-grandi, migliorando la competitività e l’attrattività del porto. Ci
aspettiamo un incremento significativo del traffico tecnico e di manutenzione,
con importanti e positive ricadute economiche sull’indotto e sull’occupazione. Una
scelta strategica che posiziona Napoli come vero polo dell’economia del mare».