Ultime notizie di Economia

La crisi degli operatori veneziani


3 maggio 2021 – Il Comitato Venezia Lavora ha diffuso la seguente nota stampa: 
“Dopo sedici mesi di inattività lavorativa, dove abbiamo provato a farci sentire con manifestazioni, appelli, lettere e incontri con le istituzioni e con le altre associazioni cittadine, torniamo a farci sentire perché la situazione è diventata insostenibile e si deve agire per far ritornare al lavoro gli operatori veneziani e dare una speranza alle loro famiglie.
Abbiamo rispettato i lock down, i coprifuoco e accettato di aver perso il lavoro per causa di un nemico più grande di noi e difficile da combattere, il Covid, e non abbiamo mai chiesto di anteporre i nostri diritti di lavoratori alle tematiche sanitarie e di sicurezza, anzi ci siamo stretti e come comunità cittadina abbiamo fatto squadra e dato prova di grande capacità di resilienza.
Ma ora che qualche spiraglio si sta aprendo e la crocieristica si è attrezzata per ripartire, Venezia non può perdere questa occasione! Sappiamo che stiamo parlando di pochissime navi e di pochissimi passeggeri per il 2021 ed il 2022, ma non possiamo permetterci il lusso di aspettare ancora e di rischiare di affossare ancora di più le nostre famiglie. Il nostro è un comitato senza scopi di lucro ed apartitico ed è nato proprio dall’esigenza spontanea ed improcrastinabile di rappresentare i gravi disagi di molte categorie di Lavoratori che operano nel “sistema Porto”, sia direttamente che nell’indotto.
Quei lavoratori e quei cittadini veneziani, visto che i loro rappresentanti a Roma, non riescono a farsi sentire o hanno poco interesse per i loro concittadini, chiedono al Governo Italiano di assicurare la ripresa della crocieristica a Venezia per garantire un reddito a tutti i lavoratori che oggi stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali o non ne hanno alcuno, garantendo i passaggi, seppur contingentati, per il Canale della Giudecca per raggiungere la Marittima, ad oggi l’unico ormeggio che può ricevere le navi in sicurezza.
Siamo pronti ed aperti ad operare con ormeggi nelle banchine transitorie, ma fino a che queste non saranno pronte, l’unico modo per noi per ripartire e rimettere al lavoro donne e uomini, madri e padri di famiglia veneziani, è l’utilizzo della Marittima. Ben vengano le tipologie di navi più piccole e di lusso, ma il mercato italiano ed europeo, gli unici che saranno attivi nei prossimi due anni è fatto di navi di media misura, superiori alle tanto decantate 40.000 tonnellate.
Per tornare al lavoro quanto prima dobbiamo operare con quelle navi e le prime sono state programmate già da questa estate; individuare in tempi brevi, ma soprattutto certi, una soluzione definitiva per preservare la funzione di homeport, assicurare un’accessibilità nautica in sicurezza per le navi di nuova generazione che già lavorano negli altri porti italiani ed evitare il più possibile la commistione dei traffici commerciali e crocieristici nei terminal portuali perché un’attività non soffochi l’altra.
La fantasiosa trovata della “gara di idee” serve solo a perdere tempo e a far lavorare i soliti professoroni, amici degli amici. Venezia non può perdere altri nove anni e altri posti di lavoro. Che ci dicano chiaramente quale sia il perimetro legislativo dentro il quale deve avvenire il confronto dei progetti già in essere e si definisca in maniera chiara ed inequivocabile il percorso transitorio e soprattutto la soluzione definitiva per ridare prospettive di lavoro alle imprese e ai loro dipendenti.
Smettiamola una volta per tutte di giocare sulla pelle dei lavoratori. Senza una politica per il rilancio del lavoro state trasformando Venezia in una decadente Disneyland di lusso accessibile solo a ricche contesse e oligarchi! E’ questo quello che vuole il Governo Italiano per la CITTA’ più bella del mondo?!”

Primo Magazine Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.