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Una certificazione per mettere al bando i prodotti dopanti


17 marzo 2016 - Integratori per sportivi, yogurt con probiotici, bevande energetiche, additivi per migliorare le prestazioni. Ormai una percentuale altissima della popolazione, e non solo gli sportivi professionisti, fanno uso regolare di prodotti, alimenti e farmaci finalizzati a migliorare le prestazioni fisiche o anche solo a fornire all’organismo un migliore “assetto”.

Ma dove si colloca il confine fra i prodotti leciti e non dannosi per la salute e il doping? La proliferazione nell’offerta di questi prodotti, spesso non gestiti scientificamente, ha reso questo confine labile e i casi clamorosi, anche recenti, di sportivi famosi incappati in indagini e sanzioni per doping rappresentano solo la punta dell’iceberg.

 Dalla collaborazione tecnica fra una neonata associazione no profit e Bureau Veritas Italia, nasce il primo concreto tentativo non di certificare alimenti e prodotti, bensì di certificare il percorso culturale fornendo, e non solo agli sportivi, una informazione corretta. L’associazione no profit ”No doping life”, creata a Milano con l’apporto di alcuni fra i più noti esperti scientifici del settore, attraverso la promozione di una serie di valori etici (no doping) e legati alla qualità dei prodotti per lo sport e la salute in generale, si propone di diffondere una nuova cultura della certificazione della qualità “no doping” non certificando il singolo prodotto bensì “l’ambiente” in cui questo prodotto nasce e quindi le aziende produttrici, ma anche le associazioni e i club sportivi e i privati. Il progetto che l’associazione ha lanciato si auto-qualifica con il suo nome “Play sure doping free”.

 E si propone di “certificare” con un marchio doping free chiunque (produttori o ambienti sportivi) sposi la filosofia della totale assenza di elementi (coloranti, conservanti, eccipienti, addensanti, fino ai principi attivi e alle loro combinazioni) che possano costituire un effetto dopante. Bureau Veritas sarà il garante tecnico di questa azione, non verificando i singoli prodotti, bensì (muovendo dalla lista Wada sulla sostanza dopanti) certificando la correttezza del percorso culturale e la condivisione da parte dei vari soggetti (siano essi produttori o habitat sportivi) di una filosofia di vita oltre che di sport, che ponga effettivamente ai margini ed evidenzi i rischi di tutto ciò che viene offerto sul mercato e che è a rischio doping.

 In termini pratici la società Doping Free sta redigendo un Disciplinare tecnico in base al quale rilascerà una certificazione doping free che per le società e i soggetti che aderiranno e rispetteranno questo disciplinare si tradurrà in un logo e un marchio di qualità. La mission è quella di identificare prodotti e servizi privi di effetti dopanti per tutti gli sportivi (professionisti e no) e definire i requisiti minimi per la certificazione dei prodotti/servizi destinati ai consumatori che praticano attività sportive professionali e non. Bureau Veritas è il partner tecnico per l’esecuzione delle verifiche alle organizzazioni richiedenti la certificazione.

 L’adesione ai Programmi ed ai Valori dell’Associazione NDL (No Doping Life) costituisce il primo passo per ottenere certificato e logo. Scopo finale è quello di consentire di identificare sul mercato prodotti che rispettano scelta etica dello sportivo, garantire (attraverso il controllo del processo) che il contenuto del prodotto non abbia elementi/sostanze dopanti, garantire sicurezza ai consumatori e un acquisto consapevole.

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