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La nuova “Casa degli elefanti” allo Zoo di Napoli


La Srl Zoo di Napoli, da poco più di un anno e mezzo, sta portando gli standard di questo storico parco zoologico, al pari di quelli degli zoo inseriti nel circuito EAZA (European Association of Zoos and Aquaria), sviluppando progetti che rispettino tutte le linee guida previste dalle normative sulla
detenzione animale. La casa dei pachidermi (così chiamata in origine) fu progettata dall’architetto romano Luigi Piccinato negli anni ‘40: una struttura centrale in pietra di tufo fungeva da ricovero per gli animali, mentre tre petali di terra le si aprivano attorno, andando a costituire l’outdoor. Ogni petalo era destinato ad una specie diversa: gli elefanti erano nell’area centrale; i rinoceronti in quella occidentale; gli ippopotami in quella orientale.

Dagli anni ’40 ad ora, la struttura ha subìto numerosi danni dovuti al tempo, all’incuria, all’esposizione ad agenti atmosferici. Era necessario intervenire innanzitutto per garantire agli animali che ci vivono un habitat sano e sicuro; in secondo luogo per salvaguardare un pezzetto di architettura organica degli anni ’40, che appartiene alla storia della città di Napoli.

Il Progetto per la Casa degli Elefanti è partito a Marzo del 2014. Tale progetto prevedeva interventi minimi, nel rispetto della configurazione storica dell’edificio e della sua distribuzione interna ed esterna. Le uniche modifiche fatte, sono funzionali al benessere animale, e necessarie per il rispetto delle normative vigenti nazionali e comunitarie: il recinto è stato realizzato secondo le linee guida EAZA’s Elephant Husbandry Guidelines e indicazioni del coordinatore Eep. Queste sono in sintesi: ‐ Demolizione delle recinzioni fisse di separazione tra i diversi petali esterni. All’interno della macro area che si è venuta a creare, alloggeranno esemplari di una sola specie, elefanti, che avranno a disposizione uno spazio di circa 3000 mq, munito di una grande vasca d’acqua ‐ Il pubblico potrà osservare gli animali da una distanza minima di 4 metri, che garantisca la sicurezza ad animali e spettatori; Introduzione di alberature ad alto fusto (acacie) per ombreggiamento, necessario al benessere degli elefanti. Verranno inoltre forniti numerosi oggetti per l’arricchimento ambientale: tronchi, ad esempio, o strutture specifiche per dare fieno agli elefanti; Il petalo occidentale ha come substrato terra fangosa; quello orientale, la sabbia.

Questo perché gli elefanti amano immergersi nel fango e nella sabbia. Oltretutto, tre tipi diversi di terreno, consentono ai piedi degli elefanti di tenersi in “buona salute”; Per quanto riguarda l’interno, ci si è liberati da fastidiosi soppalchi in ferro posti all’altezza di 4 metri, sotto cui gli elefanti non avrebbero potuto alloggiare. Sono stati creati tre ampi ricoveri, con la possibilità di separarli o metterli in comunicazione tra loro (all’occorrenza). Ogni ricovero è munito di abbeveratoio, portone di uscita sui petali esterni ed accesso per i keeper; Le facciate sono state liberate da piante infestanti e si è proceduto al loro ripristino, con rincocciatura degli intonaci e tinteggiatura; Rifacimento e messa a norma degli impianti idraulici ed elettrici per l’interno e l’esterno; Verrà a breve introdotta un’area formativa – educativa sul tema della tutela e salvaguardia degli elefanti. L’exhibit degli elefanti si propone come il primo GRANDE passo (in seguito sarà la volta dell’area savana e tigri), che la srl Zoo di Napoli sta compiendo affinché lo Zoo diventi un giardino zoologico moderno.

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