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PANUNZI E VALERIANI: "PAZIENTI EMATOLOGICI, PROSEGUIRE CON IL PROGETTO DI CURE DOMICILIARI"

Enrico Panunzi
Proseguire nel progetto di continuità assistenziale domiciliare ai pazienti ematologici, tenendo conto soprattutto dei risultati che il progetto stesso ha ottenuto da aprile 2013 ad oggi nel territorio della Regione Lazio. E prevedere la possibilità che tale intervento possa rientrare nella rete dei servizi ad alta integrazione socio sanitaria.
Massimiliano Valeriani
E’ quanto chiedono al presidente Nicola Zingaretti i consiglieri Pd Enrico Panunzi e Massimiliano Valeriani, con una interrogazione a risposta scritta. Da sottolineare che, grazie alle attività poste in essere con tale programma, gestito attraverso un Protocollo sottoscritto tra le Uoc (Unità operative complesse) presenti nel Lazio e l’Ail (Associazione italiana contro le leucemie), sono stati assistiti al proprio domicilio in dodici mesi 875 pazienti (di cui 100 in provincia di Viterbo), ai quali sono state erogate 39.732 prestazioni equivalenti raggiungendo 19.225 giornate di effettiva assistenza corrispondenti a 19.225 giornate di ricovero ordinario o day hospital evitate e a 58,5 posti letto ematologici equivalenti non occupati, ipotizzando un tasso di occupazione del 90%. Il 1° ottobre 2014. tuttavia, il progetto si dovrebbe concludere e quindi i pazienti presi in carico nel corso della sperimentazione non potranno essere più curati presso il loro domicilio, ma dovranno ricorrere alle prestazioni ospedaliere. Di qui l’iniziativa di Panunzi e Valeriani.
 
"L’integrazione dei servizi sociosanitari rappresenta un obiettivo fondamentale per il miglioramento dell’offerta assistenziale a vantaggio dei cittadini della Regione Lazio – dicono i due consiglieri regionali- e insieme all’indubbio beneficio per i pazienti, questa sperimentazione ha permesso di assegnare alle equipes Cure palliative e domiciliari delle Uoc di Ematologi ulteriori figure professionali aggiuntive quali medici, infermieri, psicologi e assistenti sociali, risorse fondamentali per la realizzazione della stessa. Il progetto ha raggiunto e abbondantemente superato il complessivo obiettivo generale, su base annuale, di oltre 700 assistiti nel territorio regionale, tramite il mantenimento e l’implementazione del numero degli assistiti nella Provincia di Roma e, rispettivamente, nelle Province di Viterbo, Latina e Frosinone (a Rieti non è presente l’Uoc di Ematologia)".
 
"Oltre agli indiscutibili vantaggi di ordine sociale e agli effetti positivi sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie – proseguono Panunzi e Valeriani - sono stati raggiunti, attraverso questo modello assistenziale, benefici sia di carattere economico sia in termini di possibile riduzione di complicanze infettive da germi ospedalieri resistenti, vista la progressiva diminuzione del ricorso ai ricoveri ospedalieri. Quindi – conclude l’interrogazione – è valutare "l’opportunità di porre in essere una valutazione dei risultati conseguiti dall’implementazione del suddetto progetto e la possibilità che tale intervento possa rientrare nella rete dei servizi ad alta integrazione socio sanitaria, tanto da determinare la prosecuzione del progetto".

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