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Lo sviluppo del porto di Venezia e della sua filiera logistica

 

Lo sviluppo del porto di Venezia e della sua filiera logistica

4 agosto 2025 - Il recente vertice tra Matteo Gasparato, neo commissario dell’AdSP del Mar Adriatico Settentrionale, e la Venice Port Community (VPC), guidata da Davide Calderan, segna un passaggio strategico nella definizione delle linee di sviluppo del porto di Venezia e della sua filiera logistica. L’incontro, caratterizzato da un dialogo diretto e costruttivo, ha messo al centro temi chiave per il futuro dello scalo: la regolamentazione delle attività portuali, l’operatività 24 ore su 24, la gestione del Mose, gli investimenti infrastrutturali e il rafforzamento della collaborazione con la struttura dell’AdSP. Gasparato ha espresso fin da subito la volontà di dare continuità all’azione amministrativa avviata con la sua nomina, ipotizzando una prosecuzione dell’incarico anche nella successiva fase di presidenza, elemento che rassicura operatori e imprese sulla stabilità necessaria per programmare attività e investimenti. Nel corso del confronto è emersa anche la soddisfazione del commissario per le risorse interne dell’AdSP, considerate solide e qualificate, in grado di garantire supporto operativo ed efficienza gestionale in un contesto in cui la rapidità delle decisioni è determinante per la competitività dello scalo lagunare.

La Venice Port Community, che rappresenta un ampio spettro di operatori e stakeholder legati al porto di Venezia, continua a ribadire l’importanza di un sistema portuale efficiente come pilastro dell’economia regionale e nazionale. Secondo i dati più recenti, il comparto genera un fatturato annuo di 6,6 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 21.000 addetti, evidenziando il peso strategico di un’industria che sostiene migliaia di famiglie e rappresenta l’unica alternativa concreta alla monocultura turistica della città. Davide Calderan, recentemente eletto presidente della VPC, ha sottolineato la necessità di superare criticità storiche che ostacolano la fluidità dei traffici marittimi, dai vincoli imposti alle grandi navi ai ritardi infrastrutturali che limitano l’accessibilità e l’efficienza operativa. L’obiettivo condiviso è far sì che il porto di Venezia lavori in armonia con la sua laguna, nel rispetto dell’ambiente e delle esigenze di sicurezza, ma anche con la certezza di poter pianificare investimenti a lungo termine senza il rischio di blocchi normativi o scelte centralistiche che penalizzino l’intera area veneta.

La discussione con il nuovo commissario ha posto l’accento sulla manutenzione dei canali, sulla questione Tresse e su un rafforzamento dei rapporti istituzionali tra AdSP e comunità portuale, elementi fondamentali per assicurare continuità di servizio e attrattività per le compagnie di navigazione. Per la VPC, l’unità di intenti tra operatori, istituzioni locali e autorità di sistema è la chiave per trasformare il porto in un motore di crescita sostenibile, integrato con le esigenze della città e in grado di sostenere l’economia anche in situazioni di crisi del turismo, come dimostrato dalla pandemia. Calderan ha inoltre ribadito l’importanza di superare la visione negativa del porto come entità “in conflitto” con Venezia: il sistema portuale non solo non danneggia la città, ma rappresenta una risorsa vitale per il suo tessuto economico, capace di generare ricchezza, occupazione e connessioni internazionali.

 


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