7 giugno 2025 - Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle norme aggiornate per affrontare il problema delle pratiche di pesca non sostenibili consentite dai paesi terzi che incidono sugli stock ittici condivisi.
Il regolamento rivisto mira a salvaguardare la
sostenibilità a lungo termine di questi stock, garantire una concorrenza leale
per i pescatori europei e proteggere gli interessi della pesca dell'UE.
Jacek Czerniak, Segretario di Stato polacco per
l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, ha commentato: "L'accordo odierno ci
fornisce strumenti più efficaci per contrastare le pratiche di pesca non
sostenibili consentite dai paesi terzi e per promuovere una pesca responsabile.
Il nostro messaggio è chiaro: siamo determinati a salvaguardare la
sostenibilità a lungo termine degli stock ittici condivisi e a proteggere i
pescatori europei dalla concorrenza sleale".
La revisione chiarisce il processo di identificazione dei
paesi che consentono una pesca non sostenibile e le circostanze in cui l'UE può
imporre sanzioni, come i divieti di importazione.
Definisce cosa costituisce "mancata
cooperazione", incluso il rifiuto di consultare i paesi interessati e la
mancata attuazione delle misure di controllo necessarie.
Il regolamento affronta anche le situazioni in cui i
paesi terzi impongono quote o misure discriminatorie che danneggiano gli stock
condivisi.
Estende l'applicazione di queste misure ai casi che
richiedono cooperazione internazionale, compresi quelli nell'ambito delle
organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP).
Sono stati inoltre introdotti meccanismi di cooperazione
rafforzata per mantenere il dialogo con i paesi terzi prima e dopo l'intervento
dell'UE, con un termine di 90 giorni entro il quale i paesi terzi devono
rispondere alle notifiche dell'UE.