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Ricontestualizzare il PNRR per spendere quanti più fondi possibile


2 Gennaio 2023 - Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi sono state rilasciate molteplici dichiarazioni in merito al PNRR, che è tornato senza ombra di dubbio al centro dell’agenda politica. Il nuovo Governo non mira a giudicare quanto fatto dal predecessore Draghi, ma le critiche mosse al Piano di Ripresa e Resilienza sono molteplici. 

Se ne riconosce l’opportunità, ma i dati mostrano un’Italia che non spenderà tutti i fondi ottenuti dall’Unione e che dovrà forse accelerare molto i lavori per concludere tutti i progetti previsti entro il 2026. Si parla quindi di revisioni e modifiche al Piano, “che rimane un’opportunità per le imprese e per l’economia italiana”, afferma Giordano Guerrieri, esperto di finanza aziendale, autore del libro “Il Codice del Credito” e CEO di Finera, società specializzata in finanza per piccole e medie imprese. Secondo il Guerrieri, il PNRR non va criticato né giudicato in quanto pianificato rapidamente, ma deve essere valutato considerando diversi aspetti, tra cui una ricontestualizzazione del Piano stesso. 

 È necessario ricordare il contesto in cui è stato impostato il PNRR, che è stato costruito in una situazione di emergenza senza precedenti, che ha messo in ginocchio l’economia mondiale. Il Piano perciò è stato messo in piedi rapidamente come misura straordinaria, in un momento in cui l’Italia aveva bisogno di azioni immediate per reagire alla crisi causata dalla pandemia prima e, successivamente, per affrontare le difficoltà conseguenti al conflitto in Ucraina. 
“Non bisogna neanche dimenticare che si tratta di un insieme di misure redatte in una situazione di emergenza sulla base delle linee guida della Commissione Europea, per spiegare come l’Italia intendesse utilizzare i fondi del NEXT GENERATION EU, al fine di fronteggiare le problematiche economiche causate dalla pandemia”, 
spiega Guerrieri. Misure quindi che, a suo parere, adesso andrebbero riviste e ottimizzate ai bisogni attuali delle aziende e dell’economia italiana. La necessità di queste modifiche è confermata anche dalla situazione di ritardo in cui versa il PNRR; secondo la Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (il Def) approvata dal Governo a ottobre 2022, il nostro Paese quest’anno spenderà 13,2 miliardi in meno del previsto. Questi ritardi sono dovuti a diversi fattori, tra cui l’impennata dei costi e le difficoltà nel portare a termine le complesse procedure richieste dal PNRR. 

Senza dubbio la via di applicazione del PNRR è stata e continua a essere una salita ripida e difficoltosa, che rende i ritardi del tutto comprensibili. Nonostante queste difficoltà, “il PNRR è un treno che passa una volta sola”, come aveva dichiarato Guerrieri nel 2021, ed effettivamente i fondi a disposizione sono stati fin da subito un’opportunità importante, per le aziende e per l’economia a 360 gradi. Le revisioni dovrebbero però essere fondate su un’analisi dettagliata delle misure del PNRR. andando a individuare quali agevolazioni hanno funzionato e quali invece non hanno portato a risultati concreti. In questo modo si potrebbe individuare meglio quali sono le necessità delle aziende e del Paese, spostando quindi in modo efficace le risorse del PNRR dove sono effettivamente richieste e necessarie. 
 “Il Piano di Ripresa e Resilienza è stato e rimane un’opportunità per il tessuto imprenditoriale e per l’economia del nostro Paese. Sicuramente sono opportune delle revisioni ad hoc, che tengano però il passo dei cambiamenti che stiamo vivendo e che siano di più semplice applicazione. Il PNRR dovrebbe riadattarsi in maniera duttile alle necessità di un’Italia che si trova in un momento storico in continuo divenire”,
 conclude l’esperto, invitando a riflettere sulla necessità di rielaborare le misure affinché siano più in linea con i bisogni delle imprese e più semplici da mettere in pratica.

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