Anche quest’anno seguirò con attenzione e partecipazione i lavori del Mareforum Italy che da un paio di anni si svolge a Roma, una destinazione altrettanto affascinate rispetto a Sorrento, ma certamente più baricentrica ed internazionale. Faccio parte del gruppo dei panelists della sessione dedicata al futuro del cluster marittimo italiano, che certamente vive un momento denso di incertezze. Le
aziende di navigazione italiane ed in particolare quelle impegnate nel trasporto di carichi liquidi e/o secchi alla rinfusa, come è la mia, vivono una crisi industriale e finanziaria già da quasi due anni, conseguenza del crollo dei noli e dei successivi default a catena di numerose controparti commerciali, anche con risvolti eclatanti che hanno visto coinvolte storiche aziende del napoletano.
Il 2014 è iniziato con timidissimi segnali di ripresa ma ilmercato non esprime ancora fondamentali stabili tali da consentire maggiore serenità, anche se molti analisti sono confidenti per la seconda metà dell’anno ed il 2015. In questo quadro, tutto il comparto deve affrontare la sfida prioritaria della stabilizzazione e salvaguardia del proprio business che obbliga ad un confronto e ad un rapporto costante con il sistema bancario, anche in una ottica di riorganizzazione del debito, forse erogato troppo generosamente dalle banche nel recente passato; oggi viviamo come spesso capita, un fenomeno inverso, con un azzeramento, di fatto, della offerta di credito per il cluster.
Difficile per gli operatori pensare a nuovi investimenti, anche se il mercato offre delle ottime opportunità in termini di tecnologia e prezzo rispetto al recente passato. Tuttavia il nostro comparto è ciclico. Anche in questi anni molto negativi la domanda è sempre stata presente (non abbiamo assistito al disarmo di intere flotte per mancanza di carichi, se non in maniera marginale); è innegabile che l’attuale livello depresso dei noli sia conseguenza dell’eccesso di offerta di navi. E’ altrettanto certo che si troverà un equilibrio; occorre capire quando. Angelo d’Amato (leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Maggio 2014)
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