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Alla base dello sviluppo è il dialogo tra imprese


L'analisi sulla crisi di Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, 30 mila aziende in tutta Italia di cui mille nel no profit
Da 25 anni promuove la cultura delle reti tra imprese, nel segno di un’amicizia solidale e operativa. La
Compagnia delle Opere ha la testa a Milano ma il cuore e l’ingegno in ogni regione. Quaranta sedi animano altrettante associazioni in Italia a cui si affiancano 15 associazioni all’estero. Il bene della persona, la libertà e la responsabilità sono le parole chiave che riassumono l’anima dentro cui operano le realtà con la comune volontà di garantire l’obiettivo principale: la socialità del lavoro. Deterrente prezioso in tempo di profonda crisi economica.

Tanto più che produrre innovazione e servizi, secondo quei principi, è per la Compagnia la strategia migliore contro l’isolamento imprenditoriale. Ne è convinto il suo presidente nazionale Bernhard Scholz, al terzo mandato alla guida della Compagnia delle Opere. Nato in Germania, Scholz ha una formazione umanistica sintetizzata, oltre che dal diploma di liceo classico, dalla tesi di laurea sul sociologo Max Weber, conseguita dopo aver studiato Scienze Politiche e Storia Moderna nelle Università di Münster e Friburgo.

 E a Friburgo, giornalista professionista, ha curato la comunicazione con la stampa per l’Arcidiocesi e approfondito poi i contenuti legati alle pubbliche relazione alla comunicazione d’impresa. Prima di dedicarsi in modo particolare alla consulenza e alla formazione manageriale sia per le multinazionali sia per le piccole e medie imprese italiane.
Presidente, qualche numero?
“Abbiamo 40 sedi locali, trentamila imprese di cui mille non profit associate, dalla Lombardia e Alto Adige alla Sicilia e alla Sardegna”.
Qual è il vostro rapporto con le realtà locali?
“Ottimo. La Lombardia fa la parte del leone con il 60 per cento degli associati. La Campania ha una eccellente adesione, più del Lazio, con una presenza e una forza di lunga data e una grande storia. A noi interessa l’azione delle realtà del sud, dove è più difficile fare impresa.
Perché?
“Per la burocrazia, ma dappertutto in Italia c’è questo problema anche se il sud ne soffre di più”.
La missione sociale?
“Il nostro interesse è sostenere lo sviluppo delle imprese, questo vale per tutti i settori, profit e no profit. Lavoriamo molto sulla formazione, sulle relazioni tra imprese e vogliamo che la relazionalità sia un  fattore di sviluppo per evitare la solitudine, favorire il dialogo tra le persone dà una maggiore apertura mentale. Il nostro metodo è basato sulla necessità di relazionarsi contro il forte egoismo della società. L’individuo che resta solo è debolissimo, e da solo non si assume la responsabilità. Il vero punto per cui molti imprenditori tirano i remi in barca”.

Ferruccio Fabrizio

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