annuale se da un lato può apparire come un mero sgravio per le imprese, si traduce concretamente in una forte limitazione per le imprese stesse, le quali non potranno più ricevere la medesima attenzione da parte della Camera di Commercio in termini di attività cogenti circa la puntuale tenuta del Registro delle Imprese, degli Albi, Ruoli ed Elenchi, la cui gestione è attribuita dallo Stato che paradossalmente non trasferisce alcuna risorsa e che quest'oggi stabilisce di ridurre la disponibilità economico-finanziaria. In tal modo viene sostanzialmente scalfito il principio di autonomia della Camera di Commercio, tant'è che pur non gravando sul bilancio dello Stato, è sottoposta ad una forte limitazione. Un danno irreparabile deriverebbe dalla forzata riduzione delle attività sul fronte dell'accesso al credito, dell'accompagnamento ai mercati internazionali, senza trascurare il delicato filone della formazione e dell'aggiornamento professionale di cui le imprese necessitano per fronteggiare la crisi con determinazione. L'auspicio è che vi sia un doveroso ripensamento da parte del Governo nazionale prima ancora di rendere efficace tale norma che creerebbe inevitabilmente danni alle imprese stesse, riducendo il loro livello di competitività a seguito di un calo inevitabile di servizi istituzionali di cui oggi più che mai necessitano”.
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Riduzione del 50% del diritto annuale agli Enti camerali
annuale se da un lato può apparire come un mero sgravio per le imprese, si traduce concretamente in una forte limitazione per le imprese stesse, le quali non potranno più ricevere la medesima attenzione da parte della Camera di Commercio in termini di attività cogenti circa la puntuale tenuta del Registro delle Imprese, degli Albi, Ruoli ed Elenchi, la cui gestione è attribuita dallo Stato che paradossalmente non trasferisce alcuna risorsa e che quest'oggi stabilisce di ridurre la disponibilità economico-finanziaria. In tal modo viene sostanzialmente scalfito il principio di autonomia della Camera di Commercio, tant'è che pur non gravando sul bilancio dello Stato, è sottoposta ad una forte limitazione. Un danno irreparabile deriverebbe dalla forzata riduzione delle attività sul fronte dell'accesso al credito, dell'accompagnamento ai mercati internazionali, senza trascurare il delicato filone della formazione e dell'aggiornamento professionale di cui le imprese necessitano per fronteggiare la crisi con determinazione. L'auspicio è che vi sia un doveroso ripensamento da parte del Governo nazionale prima ancora di rendere efficace tale norma che creerebbe inevitabilmente danni alle imprese stesse, riducendo il loro livello di competitività a seguito di un calo inevitabile di servizi istituzionali di cui oggi più che mai necessitano”.
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