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“Mutatis mutandis”? Nuove nomine, vecchi problemi


16 agosto 2016 - Luci ed ombre sulla Legge Delrio impongono una più ampia visione d’insieme della portualità nazionale non dissociata da quel landscape europeo che richiede all’Adriatico e ai suoi porti nuove strategie di governance per traffici, terminals e banchine. Dai Propeller di Brindisi e Taranto una prima, concreta proposta per la portualità pugliese mentre restano i monologhi di Venezia, Trieste, Ravenna, Ancona e Bari nel “cul de sac” del Mediterraneo Orientale.

 Premettiamo, per coloro che non conoscessero il latino che, le “mutande”, parlando di portualità, al momento non c’entrano. “Mutatis mutandis” significa esattamente “fatti i debiti mutamenti, fatte le correzioni necessarie” si usa per indicare la sostanziale identità di due fatti, al di là delle differenze contingenti: ci troviamo, mutatis mutandis, in una situazione simile.

Dunque, in attesa degli ipotizzati “benefici cambiamenti della grande rivoluzione” della portualità italiana annunciata dal Governo e che avrà i suoi primi vagiti con la nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (Adsp) , figure di vertice di una struttura partecipata dai vari sindaci di competenza territoriale e alleggerita del Comitato Portuale voluto dall’84/94, una buona legge che aveva riformato e fissati, anche con la privatizzazione dei terminal, i punti cardine per il rilancio dei nostri porti, “mutatis mutandis” resta il grande interrogativo per pubblici amministratori e imprenditori .

 Ma la legge Delrio offre ancora una volta uno scenario fatto da una parte di consensi e, dall’altra, di critiche ed opposizioni o, più spesso, di nuove proposte di modifica come sono, per esempio, quelle suggerite con una lettera inviata ai Sindaci del Salento a firma dei due presidenti dei Propellers Club di Brindisi e di Taranto, Donato Caiulo e Michele Conte sul possibile accorpamento delle Autorità portuali delle due città, ipotesi che i due club salutano con favore e che sollecitano al presidente della Regione, Michele Emiliano.

Va precisato, al riguardo, che nella riforma delle Camere di Commercio è prevista l’unione delle due Camere di Commercio di Brindisi e Taranto, ed analoga “fusione” sta avvenendo tra i sindacati delle due province (o ex-province, o futura unica provincia). Forse, ragionando complessivamente sul “governo del territorio” e sullo sviluppo della logistica territoriale si sarebbero potute interpretare al meglio le vocazioni dei territori regionali facendo emergere ambiti territoriali, attività e luoghi che corrispondono alle due aree sub-regionali, storicamente e geograficamente ben determinate ed individuate: 1) l’area barese con i porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Molfetta; 2) l’area policentrica jonico-salentina, l’antica “Terra d’Otranto” con i porti di Taranto, Brindisi, Otranto e Gallipoli.
 Massimo Bernardo

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