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Logistica, il meteo estremo è il maggior nemico per la supply chain
7 agosto 2024 - Le crisi geopolitiche che hanno colpito il Pianeta, alcune in zone nevralgiche per il commercio come l’area del Canale di Suez, non sono gli unici fattori che rischiano di mettere in pericolo il settore della logistica. Fanno sempre più paura il cambiamento climatico e le condizioni metereologiche estreme che ne derivano. Il rapporto annuale sui rischi per il 2024 di Everstream Analytics, riportato da Foxweather.com, prevede infatti che incidenti legati al meteo come uragani, tempeste invernali, incendi e alluvioni saranno le principali cause d’interruzione per le catene di approvvigionamento nell'anno in corso. Il report, realizzato sfruttando una combinazione tra intelligenza umana e AI, porta tra gli esempi quello del Canale di Panama che sta vivendo la peggior siccità dal 1950 costringendo a limitare il numero di navi che possono attraversarlo giornalmente. Limitazioni che provocano tempi di attesa più lunghi col rischio che le grandi petroliere potrebbero essere costrette a rinunciare ad attraversare il canale. Altri pericoli arrivano da uragani, tempeste e bombe d’acqua. A tal proposito sono eloquenti alcuni dati arrivati dagli Stati Uniti sulle calamità degli scorsi anni. L'uragano Ian, che ha colpito la California nel settembre del 2022, ha causato una diminuzione del 75% delle spedizioni rispetto alle settimane precedenti. Le consegne che sono state effettuate hanno visto un aumento medio dei tempi di spedizione di 2,5 giorni. In Texas, dall'11 al 20 febbraio 2021, un'ondata di freddo intenso ha causato un ritardo medio nelle consegne di quasi due giorni. Un anno dopo, a Buffalo, il gelo natalizio, che è durato dal 21 al 26 dicembre, ha causato una diminuzione del 40% delle spedizioni rispetto alle settimane precedenti. Il discorso non cambia se si parla di incendi. La scarsa visibilità causata dagli incendi in Canada del giugno 2023 ha portato conseguenze fino a Chicago e New York. Le consegne a Chicago dal 26 al 28 giugno e a New York City dal 5 al 7 giugno sono state ritardate fino a due giorni, come riportato da Everstream.
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