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Confetra Nord Est incontra l'assessore regionale Elisa De Berti


3 agosto 2016 - Illustrare il totale e convinto appoggio delle categorie economiche rappresentate da Confetra Nord Est alla realizzazione della Sistema Off Shore/On Shore a Venezia e alla definizione di una via d'accesso chiara e definitiva per le navi da crociera in laguna. Questo l'obiettivo dell'incontro a Palazzo Balbi con l'assessore ai trasporti, lavori pubblici e infrastrutture della Regione Veneto Elisa De Berti. Confetra Nord Est rappresenta oltre 2400 imprese che operano nei settori del trasporto e della logistica, imprese che a loro volta assicurano un lavoro a decine di migliaia di persone.

Il presidente di Confetra Nord Est Paolo Salvaro e il vicepresidente Andrea Cosentino, che ricopre anche la carica di presidente di Assosped Venezia, hanno illustrato all'assessore De Berti e all'ingegner Giuseppe Fasiol (Dirigente della Direzione Infrastrutture e Logistica della Regione) le ragioni economiche e tecniche che portano le imprese rappresentate, operanti nei settori della logistica, dei trasporti, delle spedizioni e dei servizi marittimi e doganali, ad essere convinte sostenitrici della realizzazione della Sistema Off Shore/On Shore per accogliere le grandi navi container.

 Parallelamente, hanno chiesto all'assessore De Berti che la Regione, a sua volta, prenda chiaramente posizione a favore dell'opera, che è fondamentale per dare un futuro all'unico porto di caratura nazionale ed internazionale del Veneto. Da parte sua l'assessore De Berti ha espresso la massima attenzione sua e del presidente Luca Zaia al tema, approfondendo anche gli aspetti tecnici della questione. Venezia con la realizzazione del Mose è l'unico porto d'Italia ad avere un accesso condizionato: anche con le barriere a riposo, la profondità del fondale è vincolata ai -14 metri dei cassoni posati sul fondale. Se 20 anni fa, quando si è progettato il Mose, questo pescaggio poteva sembrare più che sufficiente, oggi le dimensioni delle navi sono tali da renderlo inadeguato.

Le grandi navi portacontainer che collegano le principali aree economiche dell'Europa con il Far East, se non avranno alternative valide, semplicemente salteranno Venezia, condannando il porto a un lento ma inevitabile declino. Altrove si può scavare, costruire nuove banchine, a Venezia senza un approdo “fuori” dalle barriere del Mose non ci sono alternative.

E' per questo che anche le imprese che operano nella logistica e nella portualità al di fuori dello specifico segmento container, sostengono il Sistema Off Shore/On Shore come l'unica possibilità per dare un futuro al Porto. Inoltre è anche un’opportunità per tutti gli altri porti del Nord Adriatico, Trieste compreso, perché il sistema di distribuzione dei container con le speciali chiatte, in presenza di volumi significativi si potrebbe allargare anche a tutti gli altri terminal dell'Alto Adriatico, configurando un sistema integrato di peso europeo.

Del resto anche Rotterdam ha risolto nello stesso modo (chiatte che distribuiscono i container su più terminal anche a parecchi chilometri di distanza) il problema dello scarico delle maxinavi e di migliaia di container in pochissimo tempo. L'obiezione sulla sostenibilità finanziaria dell'operazione è superata dalla dichiarata disponibilità di alcuni grandi gruppi cinesi, che attendono solo un via libera politico alla realizzazione dell'opera.

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