10 luglio 2025 - Una regione dal profilo economico articolato, che alterna leadership industriali a fragilità sistemiche: la Campania si conferma una delle aree più dinamiche del Mezzogiorno, ma anche una delle più polarizzate in termini di distribuzione del valore economico. L’ultima indagine di ReportAziende.it, piattaforma specializzata nella valutazione del rischio d’impresa, fotografa un tessuto imprenditoriale in cui pochi grandi player trainano la crescita, mentre permangono criticità legate a dipendenze settoriali e territoriali.
Nel 2023 le principali aziende campane hanno generato un
fatturato aggregato superiore ai 7,3 miliardi di euro, con una proiezione di
crescita del +12,5% al 2026, sostenuta dagli investimenti in logistica, retail
e innovazione alimentare. Le sfide più rilevanti riguardano la transizione
energetica, la sostenibilità produttiva e l’equilibrio tra concentrazione e
resilienza.
Il comparto energetico, con Ludoil Energia al vertice,
concentra oltre un terzo del valore aggregato dell’economia campana analizzata.
Tale concentrazione espone il sistema regionale a una forte vulnerabilità
rispetto alle dinamiche globali dei mercati energetici. Il settore retail,
rappresentato da MD, mostra una maggiore resilienza, ma richiede interventi
strutturali in ambito digitale per mantenere la competitività.
L’agroalimentare, con attori come Rummo e La Doria, rappresenta una sintesi tra
radicamento territoriale e apertura ai mercati globali. Il comparto logistico,
in crescita, offre opportunità di medio termine legate alla trasformazione
digitale e alla sostenibilità delle catene del valore.
Nel triennio in esame, la Campania potrebbe rafforzare le
sue leadership esistenti e allo stesso tempo avviare processi di rinnovamento.
Scenario base: crescita moderata, graduale transizione energetica e
investimenti in efficienza. Scenario espansivo: attrazione di nuovi
investimenti in filiere innovative (logistica, agrotech, energia rinnovabile),
riduzione della dipendenza dai comparti tradizionali. Scenario di stress: contrazione
dei consumi, instabilità geopolitica e pressioni regolatorie, necessità di
strategie di adattamento più flessibili e inclusive.