10 luglio 2025 -
“Il porto è il punto nevralgico della relazione tra la città e il mare, non più barriera ma soglia. È un hub di innovazione, un laboratorio dinamico in cui si concretizza la transizione ecologica attraverso pratiche di mobilità sostenibile ed efficienza energetica. È un’industria a pieno titolo, non una semplice sommatoria di servizi: rappresenta economia reale. Lo abbiamo dimostrato”.
Con queste parole, Pasqualino Monti, presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia occidentale, ha sintetizzato il valore strategico del cantiere di Interfaccia porto-città, un investimento da oltre trentacinque milioni di euro. Si tratta di un’opera commissariata perché ritenuta strategica per il Paese: i lavori, che verranno completamente ultimati a dicembre – con un ritardo nel primo lotto legato alla difficoltà di reperimento degli acciai strutturali - rappresentano un passo ulteriore nella trasformazione infrastrutturale e identitaria di Palermo. L’intervento darà nuovo slancio al processo di modernizzazione della città, interessando un ulteriore tratto dei dieci chilometri di costa – da Sant’Erasmo all’Arenella – profondamente rigenerato negli ultimi otto anni.
Unire e integrare, ricucire e recuperare. Sono i quattro pilastri concettuali alla base del progetto di Interfaccia, firmato dallo Studio Valle 3.0, selezionato attraverso un concorso internazionale per la riqualificazione del waterfront palermitano. Obiettivo: continuare a ricostruire il legame tra il porto e la città, trasformando la soglia che li separa in un luogo vivo e condiviso. L’iniziativa si inserisce nel più ampio piano di rigenerazione urbana che ha già restituito alla collettività spazi chiave come il molo Trapezoidale. La sfida è duplice: rendere il porto passeggeri e merci un’infrastruttura integrata e armonica con il contesto urbano e, al tempo stesso, creare un punto attrattivo e accessibile per residenti e visitatori. Per questo, il progetto propone soluzioni architettoniche di forte impatto visivo e funzionale. L’uso di materiali evocativi – come reti metalliche che richiamano la tradizione marinara – e l’inserimento di verde autoctono contribuiscono a creare uno spazio coerente e identitario.
Il lotto interessato dall’intervento si sviluppa
all’interno del porto e si estende su una superficie di circa 25 mila mq
compresa tra il molo S. Lucia e il molo Vittorio Veneto (trecento metri
lineari), in forma rettangolare lungo la via Crispi.
A svolgere il ruolo di Interfaccia fra terra e mare è una
struttura “bifronte”, così definita in quanto doppia porta di accesso e luogo
di mediazione tra il sistema del porto e la trama urbana. Tre i livelli
funzionali: al piano strada, un parco urbano lungo la via Crispi; a sette metri
e mezzo metri, una promenade con servizi misti per porto e città; a dodici
metri, un sistema di coperture ombreggianti. Il tutto costruisce un nuovo
paesaggio urbano sull’acqua, capace di accogliere servizi, mobilità e attività
produttive.