La medicina vive da tempo un paradosso: pur essendo divenuta straordinariamente potente nelle capacità diagnostiche e nelle possibilità di intervento terapeutico, suscita una crescente diffidenza nei pazienti che vivono un rapporto sempre più conflittuale con i medici. Conseguenza di questa crisi è la relazione tra sanitari e pazienti che genera sempre di più controversie sui risultati conseguenti alle prestazioni cliniche e chirurgiche rese, per presunte responsabilità professionali da colpa o inadempienza nella loro realizzazione. Ne parliamo con il senatore Lucio Romano, promotore di un’iniziativa parlamentare sulla responsabilità medica, a margine di un convegno sul tema promosso dalla Clinica Ruesh di Napoli.
E’ un fenomeno che si estende anche in Italia? “Il fenomeno coinvolge tutto il mondo occidentale, ma in Italia il sistema civilistico della responsabilità professionale medica si sta progressivamente trasformando, pervenendo a ristori riparativi sempre più onerosi attraverso una progressiva dilatazione del danno risarcibile/indennizzabile. Un’aggiornata indagine conoscitiva condotta dall’Associazione nazionale imprese assicuratrici rileva che tra il 1994 e il 2012 il numero dei sinistri da responsabilità professionale medica denunciati si è più che triplicato, passando da poco più di 9.500 a oltre 31mila, con una concomitante forte crescita del costo dei risarcimenti. In particolare, le denunce nei confronti sia dei singoli medici che delle strutture sanitarie sono aumentate del 255% rispetto a dieci anni fa. Indicazioni analoghe emergono dai dati riguardanti il numero di sentenze in tema di responsabilità professionale medica pronunciate dai giudici di legittimità in ambito civilistico: se fino agli inizi degli anni ’90 ne risultano reperibili solo 60, nel successivo ventennio il numero di pronunce pubblicate giunge a 284, con un incremento percentuale tra i due periodi considerati di ben il 373%. Appare significativo anche il consistente aumento registrato negli ultimi anni di sentenze decise dalla Corte di Cassazione in tema di malpractice medica, tanto che il numero di casi giudicati (82) negli ultimi 4 anni (2008/2011) è pressoché pari a quello delle controversie decise nell’ultimo decennio degli anni ’90 (1991/2000)”.
E. Cagnazzi
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