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Far lavorare senza Carta di Qualificazione del Conducente sarebbe un grave errore

 


17 novembre 2022 - 

"La proposta avanzata dal presidente di Anita, Thomas Baumgartner, in base alla quale si dovrebbe consentire agli autisti provenienti da paesi extra Ue, attraverso il Decreto Flussi 2022, di lavorare senza Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) in attesa di conseguire l'abilitazione di guida professionale in Italia, a nostro parere va nella direzione diametralmente opposta a quella che sarebbe necessario intraprendere". 

A parlare è la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini. La Carta di Qualificazione del Conducente è una certificazione obbligatoria per i conducenti che svolgono professionalmente l’attività di autotrasporto di merci o di persone. È una abilitazione che si aggiunge alla patente e per ottenerla bisogna aver già conseguito l’apposito documento di guida di tipo C o D. Dal 2020 l’obbligo di CQC è stato esteso anche ai trasporti non professionali di cose o di persone. "Lo abbiamo detto decine di volte e lo ribadiamo: la carenza di autisti che grava sul settore dell'autotrasporto non può essere supplita con l'introduzione di manodopera straniera a basso costo, ma viceversa va sanata con l'offerta di garanzie professionali, e anche economiche, a chi vuole intraprendere in modo serio questa professione - continua Cinzia Franchini - Qui non si tratta solamente di difendere i diritti della categoria, ma anche di offrire un servizio in sicurezza a garanzia dei committenti e di tutti gli utenti della strada. Aprire le porte ad autisti stranieri senza alcun tipo di formazione mettendoli su un camion in attesa di una competenza da maturare sul campo, in balia di loro stessi, spalanca ulteriormente le porte a una concorrenza selvaggia e alla continua rincorsa al ribasso nell'offerta dei servizi".

 

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