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L’Università Europea di Roma accende i fari sulla riforma del codice appalti


6 luglio 2021 - La semplificazione della normativa degli appalti è stata al centro del confronto – “non solo accademico, ma concreto tra esperti e imprenditori”, come ha sottolineato il moderatore, il caporedattore di Libero quotidiano, Sandro Iacometti – che è andato ‘in onda’ venerdì all’Università Europea di Roma. L’ateneo con sede a Roma è sempre più noto per l’attenzione specifica che rivolge all’alta formazione della classe dirigente della Pubblica Amministrazione ed il corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza è in prima linea nella produzione di incontri, webinar e approfondimenti partecipati da studenti, docenti, esperti, imprenditori e decisori pubblici. 

Sul centralissimo tema della riforma degli appalti, pilastro della fase esecutiva della gestione del Pnrr, hanno dibattuto sotto le insegne della UER il prof. Aniello Merone, Associato di Diritto processuale civile e Coordinatore del Corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università Europea di Roma, che dopo i saluti istituzionali ha passato la parola al il Dott. Edoardo Bianchi, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE); il Prof. Mario Comba – Ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università di Torino; al Dott. Claudio Zucchelli, già Presidente di sezione del Consiglio di Stato; alla prof.ssa Loredana Giani Maguire, Ordinario di Diritto amministrativo e Coordinatrice del Corso di laurea in Turismo e valorizzazione del territorio dell’Università Europea di Roma.
 “Si possono fare più norme o meno norme, il problema è come sono scritte e come vengono interpretate. Scrivere bene la norma, insegnano i partner europei, è dirimente”, 
ha detto tra l’altro nel suo intervento la professoressa Giani. Le conclusioni sono state affidate al Prof. Filippo Vari, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università Europea di Roma. 
“La crisi dello Stato di diritto si manifesta in una iperattività del legislatore. Quello che possiamo auspicare è che la politica riacquisti la sua centralità, senza paura ma facendo scelte di campo che permettano di superare la cultura del sospetto”,
 ha concluso il prof. Vari a sugello del partecipato confronto.

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