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Un nuovo concetto di sicurezza per il mondo marittimo



7 aprile 2021 - La complessità crescente che caratterizza il mondo dello shipping sotto il profilo tecnologico, operativo ed economico sta modificando alla radice anche il concetto di sicurezza. Le nuove criticità emerse, insieme a inedite sfere di azione e strumenti a disposizione, evidenziano un’evoluzione verso la trasversalità degli ambiti. Alla natura svariata dei rischi corrisponde la necessità di affinare, quando non rinnovare dalle basi, le competenze da mettere in campo per garantire la piena efficienza all’industria marittima. 

 Di queste tematiche, quanto mai attuali dopo l’incidente della Even Given, si è discusso nel corso del webinar “La sicurezza marittima: in navigazione, in approccio al porto ed in manovra”, appuntamento organizzato dal Propeller Club Port of Palerno e Catania, in collaborazione con Gam Editori. Nel corso dell’evento digitale, moderato dal direttore della rivista Porto e Interporto, Maurizio De Cesare, il concetto di sicurezza marittima è stato declinato in molte delle sue innumerevoli varianti, a cominciare dalla ridefinizione imposta dall’uso sempre più spinto delle tecnologie digitali a bordo. 

La possibilità di poter gestire i dati operativi di una nave a prezzi sempre più convenienti, secondo Giampiero Soncini, Ceo di IB, rende inevitabile lo sbocco verso la navigazione automatizzata. 
«Il controllo da remoto dei parametri di una unità è già possibile e anche sotto l’aspetto normativo l’Imo ha emesso le prime normative in materia. Giappone, Cina, Norvegia hanno creato zone di sperimentazione: sarà questo il paradigma con cui confrontarsi nei prossimi anni, anche a livello di sicurezza». 

 Nasce proprio da queste considerazioni la necessità di garantire l’interoperabilità tra i vari sistemi, individuata da Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan - Tinexta Group, come il nodo centrale per superare la principale vulnerabilità rispetto ad attacchi terzi. 
«La velocità dell’innovazione va accompagnata a una corretta gestione della security. All’interno di una nave le interazioni dei sistemi sono segmentate, corrispondono a protocolli differenti. La non omogeneità è il punto da cui possono partire gli attacchi». 
È a partire da questa consapevolezza che la sicurezza deve articolarsi attraverso azioni «predittive, partendo dai rischi potenziali; preventive, effettuando analisi del rischio; proattive, con la risposta in real time al pericolo». 

 La complessità dello shipping non riguarda solo la navigazione. Anche nelle relazioni con la logistica di terra sarà necessario saper gestire ed interpretare dati e informazioni. Per Mario Mega, Presidente dell’AdSP dello Stretto 
«un ruolo fondamentale sarà svolto dalla formazione, chiamata a fornire al paese i professionisti del futuro».
 «Il nostro cluster è lanciato in questa direzione e l’integrazione di tutti gli attori chiama anche i porti ad allinearsi ad alti standard di qualità, passando attraverso il miglioramento del nostro personale e l’inserimento di nuove figure».
 In questo contesto il mondo della formazione può rappresentare il possibile fulcro di un nuovo equilibrio tra gli attori protagonisti delle attività marittimo - portuali. Investimenti in tecnologie e lo sviluppo di percorsi didattici su misura sono il primo passo verso i Community Management System portuali, naturale evoluzione del tradizionale “port assessment”. 
«L’obiettivo è la messa a punto di strumenti utili non solo alla valutazione delle procedure operative ma anche delle capacità di chi è chiamato a metterle concretamente in atto,»
 ha sottolineato Fabrizio Monticelli, Ceo di IMAT. 
«La modalità di lavoro prevede l’interazione tra progettazione, istruttori-operatori portuali, tecnologie per simulazioni funzionali ed integrabili con i processi, soggetto terzo implicato nelle certificazioni, per la messa a punto di veri e propri manuali all’interno dei quali, grazie alla possibilità tecnologica di simulare ambienti dinamici e interattivi e la relativa messa a punto di training personalizzati e risk assesment su specifiche aree, si possono definire procedure per l’ottimale gestione delle competenze per le manovre dei singoli porti mettendo insieme piloti, rimorchiatori, ormeggiatori, compagnie, autorità portuali e marittime». 
 Al webinar hanno partecipato:
  • Umberto Masucci, Presidente The International Propeller Club; 
  • Francesco Paolo Molinelli, Presidente The Propeller Club Port of Palermo & Catania; 
  • Maria Schirò, Dirigente I.T.T.L. "Caio Duilio" – Messina; 
  •  Brigida Morsellino, Dirigente I.S.I.S. D. Abruzzi – Catania; 
  • Andrea Tomaselli, Dirigente I.I.S.S. "Gioeni-Trabia" – Palermo; 
  • Giampiero Soncini, Ceo IB; 
  • Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan - Tinexta Group; 
  • Mario Mega, Presidente Autorità di Sistema Portuale dello Stretto; 
  • Francesco Chiappetta, Pres. Osservatorio Sicurezza Marittima Università degli Studi della Calabria;
  • Fabrizio Monticelli, Ceo IMAT; 
  • Roberto Isidori, Direttore Marittimo della Sicilia Occidentale; 
  • Giovanni Delise, Fincantieri S.p.A. Engineering & Design; 
  • Sebastiano Bartolotta, CLC Capo Pilota del porto di Palermo.

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