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Esercitazione anti-pirateria nel Golfo di Guinea


5 aprile 2020 - La mattina del 3 aprile, nelle acque del Golfo di Guinea, si è svolta un’esercitazione antipirateria che ha coinvolto la motonave “Grande Dakar”, del Gruppo Grimaldi, laConfederazione Italiana Armatori, la Centrale Operativa della Marina Militare, la Centrale Operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e la fregata “Luigi Rizzo”.

Il Golfo di Guinea è un’area particolarmente rilevante per il nostro Paese, in considerazione degli ingenti interessi nazionali che insistono nella regione e che necessitano di fruire del libero uso del mare per potersi sviluppare. Attualmente, sono presenti nell’area ben 25 navi mercantili di bandiera italiana, che assicurano il commercio marittimo nazionale e supportano le attività estrattive di petrolio e gas nella regione, dove ENI è tra le principali compagnie operanti. In uno scenario estremamente realistico, a largo delle coste ghanesi, è stato simulato un tentativo di abbordaggio della motonave “Grande Dakar” da parte di un gruppo di pirati.

L'esercitazione è iniziata con l’attivazione del sistema di allarme di sicurezza (SSAS - Ship Security Alert System) da parte della nave mercantile, che ha inoltrato il previsto segnale al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Maritime Rescue Coordination Center – MRCC), presso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Ricevuto l’allarme, in coordinamento con l’armatore e con CONFITARMA, MRCC lo ha immediatamente rilanciato al Centro Operativo della Marina Militare, che ha così potuto attivare l’intervento della fregata “Luigi Rizzo” e avvisare le Marine dei Paesi partner e Alleati presenti nell’area, avviando così le necessarie azioni di cooperazione per la gestione dell’evento. Subito dopo, per mezzo dei sistemi di monitoraggio satellitari, il Centro della Guardia Costiera ha individuato tutte le navi mercantili presenti nella zona dell’attacco pirata, procedendo così ad allertare le rispettive compagnie di navigazione nazionali del potenziale pericolo, nonché le locali Guardie costiere, per aumentare il livello della cornice di sicurezza nell’area.

Nel frattempo, a bordo della “Grande Dakar”, il Comandante avviava le procedure previste dal piano di sicurezza, disponendo inizialmente il ricovero dell’equipaggio all’interno della Cittadella di bordo, mentre lui stesso e il timoniere rimanevano sul Ponte per assicurare il governo dell’unità. Successivamente alla simulazione dell’abbordaggio dei pirati, il Comandante ed il timoniere, prima di fermare le macchine, si riunivano al resto dell'equipaggio nella Cittadella da dove, oltre al controllo del mercantile, sono state assicurate, e realisticamente provate, le comunicazioni con la nave della Marina Militare.

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