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Funzioni pubbliche, shipping e marittimità


2 febbraio 2019 - Si è tenuto nella sede del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera a Roma il terzo incontro del Cluster marittimo italiano, rappresentato dalla Federazione del sistema marittimo italiano (Federazione del Mare) e dai Propeller Club nazionali, con i vertici delle Amministrazioni marittime militari e civili. Il workshop “Funzioni pubbliche, shipping e marittimità” è stato introdotto da Umberto Masucci, presidente dell’International Propeller Clubs.

Si sono poi tenuti gli interventi del Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Giovanni Pettorino, del Comandante in Capo della Squadra Navale, l’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano, del Direttore generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali e il trasporto marittimo e per vie d'acqua interne, Mauro Coletta, del Direttore Generale di AssArmatori, Alberto Rossi.

I lavori sono stati conclusi da Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare e di Confitarma. Mario Mattioli ha affermato che
“senza il Registro Internazionale oggi non saremmo qui a parlare dei successi della nostra flotta mercantile, la quale - nonostante la crisi dei mercati che dura da più di dieci anni - è ancora in grado di competere sui mercati internazionali”.
 “Grazie alla legge 30 del 1998 la flotta di bandiera italiana è più che raddoppiata (con posizioni di leadership o di assoluto rilievo nei settori più sofisticati, quali unità Ro-Ro, navi da crociera, navi per prodotti chimici e petroliferi) ed è tornata ad essere competitiva nei traffici internazionali e nel grande cabotaggio dove l’occupazione italiana e comunitaria in venti anni è aumentata del +140%. Oggi le navi di bandiera italiana sono al primo posto in Europa per numero di marittimi italiani e comunitari occupati”. 
Infine, il Presidente Mattioli ha messo in evidenza la necessità di
 “un Ministero del Mare che possa raggruppare tutte le competenze oggi frazionate in più ministeri ed ha sottolineato l’incongruenza delle divisioni all’interno delle varie attività marittime, divisioni, dalle quali derivano difficoltà di coordinamento che penalizzano l’azione regolatoria delle funzioni pubbliche competenti e di fatto ostacolano la semplificazione normativa che tutti gli operatori richiedono. Ciò naturalmente va a detrimento della competitività delle attività marittime italiane”.

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