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Immigrati, cosa sono gli ‘sbarchi fantasma’ e quali le caratteristiche


15 gennaio 2019 – Eventi come quello di Crotone, dove sono sbarcati giovedì mattina 51 migranti curdi, arrivati a bordo di una barca a vela in balia del mare, non è da considerarsi un fenomeno nuovo, che viene usualmente indicato con il nome di “sbarchi fantasma”.

Tali eventi si differenziano però da quelli accaduti, anche in queste ultime settimane, nel Mediterraneo centrale, per alcuni elementi che è importante specificare. In primo luogo, nei casi di sbarchi diretti di migranti, come è il caso di Crotone, è significativamente più contenuto il numero di migranti sulle imbarcazioni, a fronte delle centinaia di persone solitamente a bordo di ogni singola unità nel Mediterraneo centrale.

 Le imbarcazioni utilizzate, che provengono solitamente dalle due direttrici principali Tunisia/Algeria e Mediterraneo orientale, differiscono notevolmente per dimensioni e tipologia: nei casi di “sbarchi fantasma” vengono usate preminente piccole imbarcazioni di legno, unità da diporto e piccoli pescherecci, a differenza dei gommoni mono-tubolari o barconi in legno più largamente impiegati nel Mediterraneo centrale. Inoltre, nei casi come quello di Crotone sono comunemente utilizzate unità prive di qualsiasi sistema di rilevazione che ne consenta il monitoraggio attraverso i sistemi tecnologici di cui sono dotate tutte le Sale Operative.

 Queste unità, in particolare le barche a vela provenienti da Est, possono essere facilmente scambiate per quelle dedite ad una regolare navigazione da diporto o comunque ad un “normale” uso del mare e, pertanto, non immediatamente associabili al fenomeno migratorio. Questo consente loro di eludere più agevolmente i controlli che le autorità nazionali e gli organismi internazionali esercitano nelle rispettive aree di competenza.

Tali unità navigano in totale autonomia, senza richiedere aiuto, cercando di occultare la loro presenza proprio per raggiungere le coste italiane senza essere individuate ed intercettate. La segnalazione alle Forze di Polizia competenti per la vigilanza delle frontiere terrestri e marittime, circa l’avvistamento, in mare o una volta avvenuto lo sbarco, di unità coinvolte in presunta attività migratoria, si rende fondamentale per garantire il rispetto della legalità e l’intervento delle unità delle Forze di Polizia che operano in mare e a terra, nonché delle unità della Guardia Costiera che dovessero essere già in area, impegnate nei diversi compiti istituzionali connessi (quali, per la Guardia Costiera, tra gli altri, la tutela ambientale ed il controllo sulla intera filiera ittica).

Qualora, invece, le imbarcazioni di migranti, nel tentativo di raggiungere le coste italiane, creino situazioni di pericolo per le vite degli occupanti (ad esempio unità con persone a bordo abbandonate in balia delle onde dai conduttori, richieste di soccorso lanciate dagli occupanti) si concretizza la fattispecie del soccorso in mare, che fa capo alla Guardia Costiera Italiana.

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