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Agorà Confetra, la logistica indica le sue priorità


18 Ottobre 2018. L’ecosistema della logistica tenta di cambiare pelle. Le sfide poste dal contesto internazionale, la disruption tecnologica, l’efficienza operativa richiesta da un’economia sempre più interconnessa hanno imposto l’agenda del cambiamento. Negli ultimi anni si è avviato un processo di rinnovamento le cui risposte, spesso parziali (la riforma portuale, un esempio tra tutti), rappresentano non di meno un primo passo nella giusta direzione. Quale sarà l’atteggiamento del governo rispetto a questa evoluzione in atto? Confermerà la strategia di fondo su cui si sta lentamente spostando il paese o la stravolgerà, come spesso è avvenuto negli ultimi decenni, per impostare il lavoro su altre basi? Sono gli interrogativi di fondo posti dall’assemblea pubblica annuale di Confetra che, riunendo tutte le associazioni di competenza, ha messo sul piatto le questioni considerate “indispensabili”. Una manciata di punti affidata ad un position paper realizzato in collaborazione con l’Università Federico II (“Check Up Log: le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica”) che contemplano, tra gli altri, l’elenco delle 15 infrastrutture, materiali e immateriali, considerate decisive per lo sviluppo del settore; il superamento della separazione tra produzione industriale e logistica; una “Bassanini delle merci” e nuova legge sulla rappresentanza. 
“Proseguire negli investimenti infrastrutturali per un Paese trasformatore come l’Italia non è una opzione tra le altre ma è la condizione perché il futuro sia sostenibile socialmente, economicamente ed ambientalmente,” ha spiegato il presidente della Confederazione, Nereo Marcucci. 
Un vademecum, pensato anche per porre rimedio alla globalizzazione “mal governata” (e a tutti gli suoi effetti perversi sugli assetti economici e sociali), che richiede impegni precisi da parte dell’esecutivo. A cominciare, ad esempio, dall’emanazione dell’ultimo decreto attuativo sullo sportello unico doganale, architrave della digitalizzazione definitiva del sistema dei controlli, o dalla convocazione della Conferenza delle AdSP, strumento essenziale di programmazione del settore portuale a livello nazionale. Tutte richieste avanzate in presenza del ministro del MIT, Danino Toninelli, il quale pur non prendendo impegni precisi nel merito delle questioni concrete ha assicurato sulla “piena collaborazione” ministeriale. Impegno presso Bruxelles per scorporare gli investimenti in infrastrutture dalle politiche di bilancio, rafforzamento del “mare bonus” e delle politiche intermodali, rinnovo del parco circolante, gli obiettivi indicati per l’immediato futuro. Nessuna nuova, invece, sulla Conferenza nazionale dei porti.

Gio.Gra.

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