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Trasportounito si appella a Bruxelles: in Italia non paga più nessuno


2 ottobre 2017 - Non paga piú nessuno, né lo Stato, né i privati. E ciò in violazione di tutti gli impegni assunti dall’Italia anche con l’Unione europea. Proprio per dare uno scossone in una palude che sta risucchiando le piccole e medie imprese di autotrasporto, Trasportounito preannuncia l’imminente presentazione di un esposto alla Corte di giustizia comunitaria denunciando il mancato mantenimento degli impegni assunti sia dalla pubblica amministrazione italiana, sia dal paese nel controllo sulla correttezza dei rapporti fra imprese.
“In un quadro di riferimento nazionale che vede una sistematica violazione delle norme fissate dalla Direttiva comunitaria 2011/7/Ue e dalla legge del 2012 di recepimento nell’ordinamento italiano – afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – risulta sorprendente l’ignoranza del mondo politico e l’incapacità di capire che il sistema nazionale delle piccole e medie imprese tracolla proprio perché naviga in una situazione di totale incertezza circa il pagamento delle sue prestazioni da parte della pubblica amministrazione ma anche della committenza privata. Provocatoriamente potremmo affermare – sottolinea Longo – che chi cavalcherà questa protesta, e renderà davvero efficace e applicata nei fatti la norma che ha reso obbligatorio il saldo a trenta giorni, pena il pagamento di interessi, danni e l’arrivo automatico di un decreto ingiuntivo, si conquisterà il consenso di migliaia di imprese e di almeno un milione di addetti. Il che, in periodo elettorale, non è cosa da poco”. 
Nel settore dell’autotrasporto, unica eccezione nel quadro delle prestazioni di trasporto che in tutte le altre modalità vengono pagate e saldate anticipatamente attraverso il biglietto, la dilazione dei tempi di pagamento da parte della committenza è diventata la regola al punto che le aziende del settore devono far fronte costantemente a una situazione di indebitamento cronico e di carenza di liquidità. E queste sono fra l’altro le precondizioni per precipitare nell’illegalità e nella violazione costante delle norme di sicurezza sulle strade.

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