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Filt Cgil ad Onorato, faccia l’armatore e non il sindacalista dei marittimi


13 giugno 2017 - “Dubitiamo fortemente che i nemici dei marittimi italiani siano Cgil, Cisl e Uil”. Così la Filt Cgil replica alle critiche dell’armatore Vincenzo Onorato, spiegando che “additare il Sindacato è un operazione provocatoria e al tempo stesso anche poco originale”.
Secondo la Federazione dei Trasporti della Cgil “il dibattito in relazione alla legge 30/98 sul Registro Internazionale non lo si può ridurre al calcolo dei benefici agli armatori ed ai Sindacati 'di comodo', come dice Onorato, ma riteniamo sia giusto richiamare Parlamento e Governo a stabilire un equilibrio tra quanto il contribuente investe e il ritorno sul piano fiscale e occupazionale ed auspichiamo una riforma seria e complessiva del settore e non a spot”.
“Per quanto ci riguarda - spiega la Filt Cgil - quando la modifica alla legge 30/98 sarà effettiva ne prenderemo atto, la rispetteremo e faremo in modo che venga rispettata. Noi ci battiamo per quel personale marittimo che, tra i suoi diritti, incontra molte difficoltà nell’avere accesso alle forme di sostegno Inps in tempi normali, per il riconoscimento del lavoro marittimo tra quelli gravosi e usuranti, per tentare di evitare che debba caricarsi di costi impropri per mantenere i propri titoli e per quel personale che si misura con enormi difficoltà che non attengono a differenziazioni salariali a vantaggio di personale extra comunitario, ma di adeguamento professionale agli standard minimi per ottenere gli imbarchi”. 
“Per noi - sostiene la Filt Cgil - valgono i rapporti e le relazioni che intratteniamo con le nostre controparti, compresa la sua, con le quali cerchiamo e spesso troviamo accordi e per le quali oggi convintamente riteniamo che il Registro Internazionale abbia garantito un interesse generale. Magari tra qualche anno - dice infine la Filt ad Onorato - si accorgerà di aver commesso un errore deontologico nei confronti di Organizzazioni che hanno attraversato anche gli anni più bui e meno democratici della storia italiana e che, con grandissima umiltà e tanto rispetto, provano a rappresentare il lavoro anche davanti a chi, come Lei, evidentemente pensa di svolgere tutte le parti in commedia: l’armatore, il capopopolo, il politico e l’unico sindacalista dei marittimi italiani”.

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