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Lettera aperta ai sindaci del Salento sulla riforma della portualità


14 agosto 2016 - Il governo del territorio e della portualità, cioè dei flussi di merci e persone che dal mare, “atterrando” sul territorio italiano nei nodi portuali, si incrociano con le reti infrastrutturali nazionali ed europee, interessa diverse materie di competenza legislativa statale e regionale, con conseguenti molteplici intrecci di competenze, di Istituzioni, di Storie e di Territori.

 In riferimento alla Riforma della Portualità va precisato che, originariamente, dopo una lunga serie di studi da parte del Ministero delle Infrastrutture, nonché della Commissione dei 15 “Saggi” nominata ad hoc, il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, approvato dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2015 prevedeva 14 Autorità di Sistema Portuale con un'unica Autorità di Sistema Portuale in Puglia, con sede a Taranto. Su tale ipotesi di Autorità Unica della Puglia si era espresso positivamente il Propeller e tutti gli operatori portuali brindisini nell’incontro con il consigliere del ministro Delrio, dott. Ivano Russo, nel settembre 2015, ma anche i tarantini.

 Inoltre tale scelta di un’unica Autorità di Sistema Logistico e Portuale pugliese era stata condivisa e concordata anche dai quattro commissari delle attuali Autorità Portuali Pugliesi che il 2 dicembre 2015, alla presenza del ministro Delrio, a Taranto avevano sottoscritto un: “Accordo di cui all’art. 15 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss. mm. e ii. ai fini della realizzazione del Sistema Portuale e Logistico Pugliese”.

 Purtroppo, successivamente alla sottoscrizione di tale Accordo, alla vigilia del Natale 2015, il sindaco di Bari ha rivendicato, direttamente presso il governo, il ruolo della città metropolitana di Bari come sede di una propria Autorità di Sistema Portuale e comprendente i cinque porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Brindisi.

 In conseguenza di ciò, alla ex Autorità di Sistema Unica della Puglia, composta da sei porti e con sede a Taranto, è rimasto il solo porto di Taranto. Questo “repentino cambiamento”, che non deriva dagli studi preliminari del Piano Strategico della Portualità e della Logistica del ministro Delrio e che ha portato da 14 a 15 le Autorità di Sistema Portuale in Italia, fu approvato in Consiglio dei Ministri nel gennaio 2016 e confermato nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016.

 Tale scelta, subita dalla città di Brindisi in un periodo in cui la città è stata commissariata, appare in contraddizione sia con lo stesso Piano della portualità approvato nell’agosto 2015 (dove la “logica del mono-scalo” era stata ampiamente criticata e superata) sia perché non si è avviato alcun “concerto” o consultazione con i territori interessati e le loro istituzioni; pertanto si rileva che l’aver lasciato l’Autorità di Sistema di Taranto mono-scalo, cioè con il solo porto di Taranto appare una enorme contraddizione rispetto alla logica ed agli obiettivi del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica che aveva individuato proprio nella dimensione “mono-scalo” uno dei punti di debolezza della portualità italiana.

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