Ultime notizie di Economia

Marina di Carrara: un piede in Liguria e testa in Toscana?


A Carrara, in attesa di conoscerne il destino, molti si schierano contro l’accorpamento con il vicino porto di La Spezia, come ventilato dalla Riforma Delrio. Il Governatore della Toscana Rossi, non più di un paio di mesi fa, identificava nel Sistema portuale toscano, composto dai tre porti della regione - Marina di Carrara, Livorno e Piombino - la leva di sviluppo della Toscana costiera. "Ci sono due Toscane che viaggiano a due velocità – spiegava il presidente Rossi – e se riusciremo a dare una maggiore dinamicità alla zona costiera, la Toscana diventerà davvero più forte.

Del resto noi avremo un occhio di riguardo per le aree più deboli. Circa la richiesta che arriva da Marina di Carrara – precisava – di collegare il porto a quelli di Livorno e Piombino, al momento non ho una soluzione, ma ascolterò le proposte di tutti i soggetti interessati e del Ministero. In ogni caso credo che anche quello vada ammodernato e adeguato". Rossi pensa da tempo ad una specializzazione dei porti Toscani per una sinergia che li faccia diventare, su specifiche attività merceologiche, un punto di riferimento per lo shipping internazionale. Ad esempio Rossi per Piombino, oltre ai consueti traffici industriali e passeggeri, pensa all’utilizzo dell'area dello scalo piombinese, per favorire la costituzione di un polo per la trasformazione dell'agroalimentare a servizio della provincia di Grosseto e del Sud della regione.

Infine, non bisogna dimenticare che l’area dell’alta Toscana vanta esperienze imprenditoriali di grande rilievo per le attività portuali, basti pensare al gruppo Tecnomar, erede dei Cantieri Apuania, e la Nuova Pignone di Avenza con i traffici per la GE dei grandi impianti che vengono movimentati nello scalo toscano per raggiungere le destinazioni più lontane. In Agosto, ad esempio, sono stati sbarcati due dei sei giganteschi telai metallici che saranno assemblati nell’area Nuovo Pignone di Avenza per la costruzione di maxi turbine per conto della società Zadco, con sede negli Emirati Arabi. Si tratta di moduli imponenti, 44 metri per 24 di altezza e 20 di larghezza. Un progetto ambizioso, con la partecipazione di 13000 addetti, che si concluderà agli inizi dell’estate del 2016. Gli impianti sono destinati al Golfo Persico presso un’isola artificiale situata ad ottanta chilometri da Abu Dhabi, dove si trova un campo petrolifero di ben 1200 chilometri quadrati. Ognuno dei generatori elettrici garantirà l’erogazione di 43 Megawatt. Al progetto collaborano importanti multinazionali: Zadco, Exxon, Mobile Japan Oil.

Patrizia Lupi
Leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Dicembre 2015

Primo Magazine Designed by Templateism.com Copyright © 2014

Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.