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Il protocollo con il governo non evita crack autotrasporto


Il protocollo sottoscritto da alcune associazioni con i rappresentanti del governo, lo scorso 5 novembre, nei contenuti è una minestra riscaldata che, pur confermando le solite risorse economiche distribuite alla rinfusa, non affronta le vere questioni strutturali che hanno determinato il crack dell'autotrasporto italiano con inevitabili riflessi negativi e drammatici sulla sicurezza stradale.

È quanto afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, associazione che sta mettendo a punto un centro di monitoraggio e analisi sull’autotrasporto italiano e sulla crisi in atto. Ecco i dati che scaturiscono dalla prima analisi a campione rivolta ad accertare in particolare le conseguenze di una crisi senza precedenti che sta di fatto azzerando l’autotrasporto italiano in un paese, come l’Italia, in cui tutt’oggi circa l’87% delle merci è trasportato su gomma.

Negli ultimi 4 anni il calo nel numero delle aziende è stato pari al 25% su base annua. 25.000 imprese sono emigrate, parzialmente o stabilmente nell’est europeo con una perdita conseguente di 120.000 posti di lavoro in Italia e una perdita netta per l’erario superiore agli 8 miliardi.

Italiana la flotta di tir più vecchia d’Europa: i mezzi superiori alle 16 tonnellate hanno una media di età di 16 anni; i mezzi commerciali dalle 3,5 alle 16 tonnellate una media di età di 19 anni; in Sicilia la media dei mezzi in esercizio è superiore ai 20 anni; l’età media europea è di 9 anni. Le conseguenze sulla sicurezza: ogni due giorni un Tir coinvolto in un incidente mortale sulle strade italiane; ogni giorno 4 mezzi commerciali coinvolti in incidenti gravi (fuori-strada- tamponamenti- rovesciamento del mezzo ecc); 26 conducenti morti nei primi 9 mesi di quest’anno.

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